L'anniversario

Siamo figli tuoi

di don Silvio Longobardi

A dieci anni dalla morte di Giovanni Paolo II, ricordiamo il Santo Padre che ha sempre indicato l’impegno per la famiglia come una delle priorità della Chiesa. Il nostro impegno editoriale è figlio di questo Papa “venuto da lontano”.

Quando ha scelto di dedicare alla famiglia il primo Sinodo dei Vescovi da lui presieduto, celebrato nel 1980, Papa Wojtyla aveva da poco iniziato il suo pontificato. Guardava lontano, nella sua prima enciclica additava l’anno duemila come una tappa speciale del cammino della Chiesa. Ma nello stesso tempo voleva accendere i riflettori sui problemi più urgenti che bisognava affrontare. Al primo posto dell’agenda pastorale per lui c’era la famiglia. Nei sinodi successivi tutte le altre componenti della comunità ecclesiale sono state oggetto di attenta riflessione: i laici, i presbiteri, la vita consacrata, i vescovi. Ma ha voluto iniziare dalla famiglia.

L’interesse per il matrimonio e la famiglia era nato negli anni dell’apostolato tra i giovani ed era stato poi alimentato nelle aule accademiche. Nel 1960, quando era ancora un giovane e sconosciuto vescovo, pubblica un libro in cui affronta con un taglio prevalentemente filosofico il tema dell’amore umano, di quell’amore che unisce l’uomo e la donna. Da arcivescovo di Cracovia non esita ad ospitare nel palazzo vescovile uno “Studium per la famiglia” e mette alcuni locali a disposizione di un Consultorio familiare. Quel palazzo, come racconta lui stesso nell’autobiografia pubblicata l’anno prima della morte, “palpitava di vita”.

Chiamato ad essere vescovo di Roma, e pur abbracciando ogni ambito della vita ecclesiale, ha indicato l’impegno per la famiglia come una delle vie preferenziali. Nel 1979, pochi mesi dopo la sua elezione, inizia a proporre alcune riflessioni sull’amore umano. Per cinque anni nelle udienze generali del mercoledì approfondisce questo tema. Egli intende così “accompagnare da lontano, i lavori preparatori al Sinodo, non toccandone però direttamente il tema, ma volgendo l’attenzione alle profonde radici, da cui questo tema scaturisce”.

Le sue catechesi, dense e originali, aprono una nuova stagione di riflessioni che troverà nell’Istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia (fondato nel 1981) il suo laboratorio più fedele e creativo. L’esperienza del Sinodo aveva mostrato l’importanza del tema ma anche la necessità di approfondire le radici antropologiche e teologiche del matrimonio. Giovanni Paolo II era consapevole che vi era nella Chiesa, nel clero come nei laici, una diffusa impreparazione. Egli dava così una precisa indicazione: imparare a coniugare l’impegno pastorale con lo studio più rigoroso.

Lo sguardo di Wojtyla, radicato nella tradizione, ha aperto nuovi orizzonti ed ha permesso a tutta la Chiesa di guardare più lontano. Anche la nostra rivista e il magazine online sono figli di questo Papa, sono nati nel solco di quell’impegno che con straordinario tenacia egli ha saputo tracciare. In questi anni la famiglia si trova al centro di una battaglia culturale e sociale che minaccia le basi stesse della sua esistenza. Sono tante le sfide da affrontare, una rivista può seminare cultura, ricordare quei valori fondamentali senza i quali la società affonda. Potrebbe sembrare poco di fronte alla complessità dei problemi. Ma aiutare a prendere coscienza della realtà è l’indispensabile premessa per non subire ma orientare i cambiamenti. È questo il piccolo ma prezioso contributo che continuiamo a dare.




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