A conclusione dell’assemblea plenaria della Conferenza Episcopale Cilena, i vescovi intervengono sulla depenalizzazione dell’aborto, disegno di legge in discussione al Congresso: “Rispettare sempre la vita innocente”.

È in discussione al Congresso cileno la legge che prevede la depenalizzazione dell’aborto in tre casi eccezionali. I vescovi hanno presentato un documento, a conclusione della 109ª Assemblea plenaria della Conferenza episcopale cilena, tenutasi a Punta de Tralca, in cui si legge: «L’aborto non comporta mai una cura da quelle esperienze traumatiche e non è mai terapeutico». I presuli ammettono che i casi previsti nella legge in discussione sono eccezionali e drammatici e che riguardano “un dolore vissuto al limite”, ma invitano a rispettare sempre la vita innocente anche quando è frutto di una violenza. Proprio in questi casi, i Pastori nonostante riconoscano la sofferenza delle donne coinvolte e delle loro famiglie, chiedono allo Stato di avviare programmi di sostegno per accompagnare le madri colpite da queste dolorose situazioni. Segnalano, inoltre, che non dovrebbe essere chiamata “aborto” l’azione certamente terapeutica indirizzata a salvare la vita di una madre, quando non si cerchi direttamente l’eliminazione della vita del figlio.

A conclusione del documento, i vescovi affermano: «Non vogliamo aggiungere bimbi non ancora nati all’elenco – non breve – di persone e gruppi che il Cile lascia ai margini e che, come segnalato da Papa Francesco, sembrano poter essere scartati».