CORRISPONDENZA FAMILIARE

di Silvio Longobardi

“Occupandomi dei miei figli, curo la mia anima”

27 Aprile 2015

La lettera che oggi condivido con voi è quella di una mamma con un figlio disabile. Non si capisce a fondo il dolore fino a quando non entra nella nostra casa. Roberta attraverso la sofferenza ha scoperto un nuovo legame con Dio, imparando ad affidarsi.

Carissimo don Silvio,

ti ringrazio per il pensiero, per gli auguri e per tutte le volte che mi accogli. Da quando il Signore mi ha donato Andrea, disarmata e invasa da un’immensa fragilità umana, mi sono continuamente girata intorno alla ricerca di un padre spirituale e oggi posso dire di averlo trovato in te. Per me sei una grazia di Dio, un Dio che ogni giorno mi chiede tanto ma al tempo stesso mi circonda di persone che mi vogliono davvero bene. Questo mi fa sentire amata, non solo dai fratelli ma soprattutto da Lui.

È molto bella la riflessione che mi hai mandato, in quelle parole è racchiuso il senso della vita, che si può chiamare vita perché fatta anche di dolori. La gioia è un bel dono al quale di rado diciamo grazie, perché il mondo ci trasferisce una cultura secondo cui “tutto ci è dovuto”.

Il dolore arriva anche se non lo abbiamo chiesto. Per anni abbiamo cercato di tenerlo lontano, in un mondo a parte, come se toccasse sempre e solo agli altri, per i quali si prova una sincera solidarietà, ma sono altro da te e il dolore resta fuori dalla tua casa.

Quando sei chiamato a portare il dolore, anzi ad accogliere il dolore come un vestito feriale, scopri di non avere armi, solo mani nude, e devi imparare in fretta a conviverci. Ti senti come una goccia in un oceano e percepisci che non puoi far nulla per modificare niente.

La consapevolezza della pochezza e delle miserie è stato il primo passo per iniziare a fidarmi di Dio e a creare un legame nuovo con Lui, che ci orienta verso un progetto più grande. L’adesione a Lui ti spoglia di tante cose inutili e materiali, che su questa terra possono sembrare indispensabili ma per il Cielo non servono a niente. Io ringrazio Dio di avermelo fatto comprendere e di avermi donato i miei bambini. Dedicandomi a loro curo e custodisco anche la mia anima.

Grazie di accompagnarmi in questo percorso.

Ti voglio tanto bene.

Roberta




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