Vita nascente

Asia Immacolata, nata due volte

di Salvatore D’Angelo

È come se fosse nata due volte, Asia Immacolata, la bambina venuta alla luce il 9 dicembre scorso al quinto mese di gravidanza, una nascita che la medicina considera un aborto spontaneo.

A vederla stringere le dita dei medici che l’hanno in cura, paffuta e sorridente, nella culletta della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, non si direbbe che quando è nata, a 22 settimane e 5 giorni, pesava 540 grammi. Per la medicina si trattava di un aborto spontaneo, perché avvenuto prima dalla venticinquesima settimana di gestazione. Papà Umberto Guadagno di 39 anni e mamma Daniela Falcone di 27 anni, residenti in un’altra cittadina del salernitano, Roccapiemonte, hanno sperato e pregato che così non fosse. I medici che accolsero la giovane madre, presentatasi al pronto soccorso sospettando una colica renale, erano stati chiari. Secondo loro il parto non sarebbe andato a buon fine. Non pessimismo, ma realtà. Dopo dodici ore di travaglio, alle 16.10 del 9 dicembre, la bambina venne alla luce. I neonatologi erano pronti a prestare l’assistenza confortevole, evitando ulteriori sofferenze fetali, ma così non fu. «Ero in sala parto – racconta il dottor Ignazio Franzese, dirigente responsabile della Tin – pronto a prestare l’assistenza richiesta in questi casi. Asia, appena nata, non diede segni vitali, ma dopo qualche secondo stupì tutti mostrandoci di voler lottare. La intubammo e la rianimammo, consapevoli che la situazione fosse molto compromessa». Le speranze di sopravvivenza erano pochissime: «È stato il primo caso al di sotto delle 23 settimane – ha proseguito il neonatologo –, non ci sono nemmeno linee guida da seguire. È estremamente raro che un bambino in queste condizioni possa farcela». La forza della vita è stata più forte. Un’ora dopo il parto mamma e papà erano vicino all’incubatrice per infondere fiducia alla figlia. «Le dicevo – ha raccontato Daniela – Asia devi farcela!». Sono passati cinque mesi e la piccola ha superato magnificamente questo periodo. Da feto qual era, è diventata una bambina di 3 chili 450 grammi che si prepara a tornare a casa. «È come se fosse una neonata di 22 giorni di vita» ha spiegato il dirigente della Tin. Ne ha dovute però passare tante. È stata intubata per due mesi e mezzo e per un altro mese è stata aiutata con la respirazione nasale. Numerosi gli esami a cui è stata sottoposta. Prima di lasciare l’ospedale “Umberto I” dovrà fare un’altra risonanza magnetica cerebrale ed essere sottoposta a controlli respiratori e oculistici. Durante la degenza, infatti, le è stata riscontrata una retinopatia, poi rientrata. Il follow up sarà lungo, in particolare andrà seguita la broncodisplasia che caratterizza quasi tutti i prematuri. Nulla però di preoccupante. «La dimissione avverrà a breve perché la bambina risponde agli stimoli oculari e neurologici – ha affermato il dottor Franzese –, le sue condizioni sono buone. È in culletta e senza ossigeno. Si alimenta da sola, anche se deve meglio sviluppare la suzione». La mamma ogni giorno si reca in ospedale per darle il biberon, ha una speciale autorizzazione che le consente di entrare e uscire dal reparto senza problemi. «Ringrazio Dio per questo miracolo – ha detto mamma Daniela – e i medici e gli infermieri per la grande professionalità e dedizione. Prego perché chiunque attraversi un momento critico possa sperimentare la mia stessa gioia». La bella storia resta un caso eccezionale. I medici invitano a tenere i piedi per terra seppur nella Terapia intensiva neonatale nocerina, vero e proprio reparto d’avanguardia e dei record, al momento ci siano altri due nati a 23 settimane e che la medicina considera sempre aborti spontanei. «Possiamo fare tanto grazie alle ottime professionalità e alle apparecchiature d’avanguardia che abbiamo – ha spiegato il responsabile dell’Unità operativa – ma non facciamo miracoli. Siamo contenti dei risultati raggiunti con Asia, ma ci sono tanti altri bambini che non ce l’hanno fatta».




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