CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Il mio matrimonio distrutto da un SMS

25 Maggio 2015

Conoscevo appena Sandra quando ha deciso di aprirmi il suo cuore e condividere quel peso che la stava schiacciando. Aveva scoperto il tradimento di suo marito e non riusciva a fermare le lacrime, fino a quando non ha scelto di seguire il suo cuore.

Carissima Sandra,

le tue parole sono entrate dritte nel cuore e, prima delle parole, le lacrime che le accompagnavano. Ho rivissuto con te tutti i passi di questa dolorosa vicenda. Quella mattina ti sei come svegliata da un sogno, bruscamente, come quando ricevi cattive notizie nel cuore della notte. Sì, è vero, non eri soddisfatta del tuo matrimonio, si trascinava placidamente, senza passione. Lavoro e casa. I figli a cui pensare. L’impegno in parrocchia. Si parlava poco. Complice la stanchezza. Non eri soddisfatta, ma non ti ribellavi. Vivevi in quella sorta di limbo che si chiama rassegnazione.

Quella mattina invece fu come se un estraneo fosse entrato in casa. Peggio. Come se proprio il tuo sposo venisse di soppiatto e ti colpisse alle spalle. Mentre armeggiavi col cellulare di tuo marito, un regalo che gli hai fatto tu per sostituirne uno ormai troppo vecchio, scopri messaggi che non avresti mai pensato di leggere. Non su quel telefonino.

È come se un’improvvisa eclissi avesse oscurato il sole, come se una ferita emergesse nella carne senza preavviso, e senza motivo. Il panico, la delusione, la rabbia. Le emozioni si sovrappongono. Come una tempesta che si abbatte sulla casa. E ti ritrova sola, come mai ti era sentita prima. E vuota, senza energie. Senza neppure la forza di reagire. Solo la forza di piangere. Le lacrime sono le uniche compagne sincere in momenti come questi. Sgorgano da sorgenti misteriose. Sono amiche prepotenti ma non hanno maschere e, a volte, aiutano a togliere la maschera. Il pianto non consola, non offre nessuna spiegazione, ma almeno ti fa compagnia quando non puoi parlare con nessuno.

Ma il pianto può anche chiudere in una disperata solitudine. In una stanza senza finestre. E spesso genera un mutismo che s’innalza come un muro che impedisce a ciascuno di vedere il volto dell’altro e di ascoltare i battiti del suo cuore. «Non penserò più a lui – hai detto a voce alta – non gli parlerò più». Era la voce della vendetta che s’insinua nelle pieghe del cuore, un sentimento istintivo e prepotente, che spesso non trova argini in grado di fermarlo.

Ma c’era anche un’altra voce, quella del cuore, che non si rassegna e non smette di amare. E poi quella degli amici veri, quelli che non assecondano l’istinto e ti invitano a ricominciare. E poi sei venuta da me. Non ci conoscevamo ancora, ma hai aperto il tuo cuore con una sincerità che mi ha commosso. E così, poco alla volta, si è fatta strada la luce. E hai capito che se avessi chiuso le porte, avresti perduto anche te stessa. Ed hai iniziato così un nuovo cammino, faticoso ma esaltante. Un ritorno alle origini dell’amore per imparare a guardare più lontano. Mano nella mano con lo sposo che Dio ti ha affidato. E da lontano io continuo a guardare. E a pregare. E penso di aver visto ancora una volta il miracolo dell’amore.

Ti abbraccio con affetto.

Don Silvio




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5 risposte su “Il mio matrimonio distrutto da un SMS”

E’ vero chiudere le porte, significa rinunciare a se stessi, anche se amare spesso fa soffrire resta sempre l’ insegnamento piu’ grande che ci ha donato il Signore.

Don Silvio mi piacerebbe confrontarmi con Lei. A me è successa la stessa cosa. Sono a pezzi e sono ora due anni. Grazie

Carissimo don Silvio,
le scrivo in riferimento all’articolo posto nel blog corrispondenza familiare: “Il mio matrimonio distrutto da un SMS”. Molto bella questa lettera aiuta a comprendere pienamente che bisogna saper dire le parole giuste al momento giusto. Ricordi semplici di un tempo non molto lontano in cui si insegnava la cosiddetta “buona parola” quella che aiutava a valutare le scelte quando la rabbia prendeva il posto della ragione, proiettando in una mentalità dove tutto con facilità si legava e si scioglieva…. “perchè il pianto può anche chiudere in una disperata solitudine. In una stanza senza finestre. E spesso genera un mutismo che s’innalza come un muro che impedisce a ciascuno di vedere il volto dell’altro e di ascoltare i battiti del suo cuore…. ascoltando la voce della vendetta che s’insinua nelle pieghe del cuore, un sentimento istintivo e prepotente, che spesso non trova argini in grado di fermarlo….”
Volevo complimentarmi per la delicatezza di linguaggio e la dolcezza con la quale esprime i suoi sentimenti verso questa storia ponendosi proprio come “custode di questi cuori” con la speranza, l’attesa, l’amore, l’angoscia, il dolore ma specialmente la gioia di un lieto fine. Quella gioia che caratterizza la vita, il desiderio di essere in pace con se stessi, con gli altri, con Dio, realizzando gli insegnamenti del Vangelo e comunicandoli a chi talvolta smarrisce il senso della vera letizia. L’amore va sempre salvaguardato e con esso il sacramento del matrimonio. L’amore è la forza costruttiva di ogni positivo cammino. Importante oggi più che mai ravvivare la coscienza dell’amore coniugale come dono, come radice e forza della vita morale della coppia e della famiglia. Un cuor solo e un’anima sola, rimanendo nell’amore di Cristo, un amore che è sempre più forte delle nostre debolezze per assistere e proclamare con gioia al MIRACOLO DELL’AMORE.
Grazie per averci donato questa bella testimonianza.
Elisabetta

Carissimo amico, come sempre con la forza dell’amore aiuti gli sposi a ritrovare e a non perdere mai la speranza.Docile come mai,sai sempre trovare le parole per far ritornare nellacoppia la complicità che c’era all’inizio quando ancora si tenevano mano nella mano. Che bello amare, specialmente quando tutto viene coronato e benedetto da Dio.Riscopriamo il sapore della semplicità affinché tutte le coppie siano dono dell’amore di Dio Padre . Alleluia ♥

non è lo SMS CHE HA DISTRUTTO IL MATRIMONIO, ANDIAMO SIAMO SERI. Il matrimonio era già finito,se intendiamo il matrimonio come l’unione di due corpi e di due anime. L’errore consiste nel fingere che vada tutto bene, rassegnarsi alla sicurezza economica anche in mancanza di una relazione costruttiva col marito/moglie. Il tradimento viene sempre DOPO, quando uno dei due cerca in modo errato di uscire dal pantano affettivo in cui si è messo….invece di parlare a cuore aperto con la persona che si è scelto, si preferisce cambiarla come fosse un’auto usata che è scaduta. La domanda è: quante volte i mariti e le mogli dicono che le cose non vanno bene e l’altro fa finta di nulla? Andiamo, le responsabilità non sono mai di uno solo dei due, quello che tradisce è il cattivo/a, ma a ben vedere neanche l’altro/a ne esce così innocente…meno piangersi addosso per favore è più senso della realtà…preghiamo comunque tanto perchè la sofferenza è tra le peggiori che possiamo provare in questa vita…

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