#Cinquebuoneragioni

Difendiamo e promuoviamo l’affido familiare

I promotori della Campagna #Cinquebuoneragioni per accogliere i bambini che vanno protetti hanno indirizzato una lettera alla Commissione Giustizia della Camera dei deputati, per ritornare sul tema della continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare.

Le organizzazioni promotrici della Campagna #Cinquebuoneragioni per accogliere i bambini che vanno protetti (Agevolando, Cismai, Cnca, Cncm, Progetto Famiglia, SOS Villaggi dei Bambini) hanno indirizzato una lettera alla Commissione Giustizia della Camera dei deputati, per ritornare sul tema della continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare.

Si legge nel testo: «Rinnoviamo quanto già espresso lo scorso 16 aprile, chiedendo che venga quanto prima approvata la proposta di legge AC 2957, senza apportarvi modifiche in quanto essa disciplina adeguatamente la tutela della continuità degli affetti dei minorenni in affido e la possibilità che essi, nel loro preminente interesse ed a fronte di prolungati periodi di affidamento e di relazioni stabili e durature con gli affidatari, siano adottati da parte degli stessi affidatari, qualora durante l’affidamento sopraggiunga l’adottabilità del minorenne e gli affidatari siano in possesso dei requisiti per l’adozione (legge 184/83, art. 6).

Segnaliamo invece la forte contrarietà verso i contenuti delle proposte di legge 3019 (Marzano) e 350 (Pes). Esse rischiano di alterare grandemente lo strumento dell’affidamento familiare in quanto diverrebbe “la causa dell’adottabilità” dei minori».

Gli estensori del testo continuano: «Bisogna inoltre sottolineare che la casistica è ricca di affidamenti di lunga durata nei quali il minore pur permanendo presso gli affidatari mantiene positivi e significativi rapporti con i genitori, che frequenta regolarmente e che non hanno assolutamente quei comportamenti abbandonici, morali e materiali, che la legge 184/83 individua come presupposti per dichiarare l’adottabilità di un minorenne».

Le associazioni sono contrarie all’ipotesi, proposta sia da Marzano che da Pes, che possano accedere all’adozione tutti gli affidatari, senza cioè richiedere il possesso dei requisiti di idoneità per l’adozione di cui all’art. 6 della legge 184/83. Concludono i promotori della campagna: «Un tale ipotesi trasformerebbe l’affidamento familiare nello strumento surrettizio per accedere all’adozione da parte di tutti coloro che non vi riuscissero per la via maestra. Questo inoltre configurerebbe una situazione discriminatoria per i minorenni in affidamento rispetto a quelli inseriti presso strutture residenziali. I primi infatti verrebbero a giovare di una minore tutela da parte dello Stato nelle procedure di individuazione di buoni genitori adottivi».




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