Separazione

Nostro figlio si è separato! E adesso?

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BLACKDAY - Shutterstock.com

di Carolina Rossi e Giulia Palombo

Per tutti i genitori la separazione di un figlio dal proprio coniuge è un lutto, anche per coloro che possono non aver condiviso la scelta del compagno fatta dal proprio figlio. Anche i genitori hanno bisogno di tempo per realizzare che è davvero finita e che occorre cercare e accettare un nuovo equilibrio.

Per molti genitori la separazione del proprio figlio/figlia attiva sensi di colpa, molti possono pensare di non aver accompagnato adeguatamente la coppia, di non aver dato i consigli giusti, o incolparsi per non essersi accorti della crisi. Tanti pensieri e dubbi rischiano però di condurre fuori strada, occorre invece mantenere la lucidità e comprendere che le scelte appartengono ai figli ormai adulti.

Alcuni genitori inoltre accade che sentano di tradire il proprio figlio perché non riescono a condannare il genero o la nuora in quanto vi sono ancora affezionati. Anche qui non ha senso sentirsi male o intervenire per evitare la separazione, in quanto i sentimenti in gioco sono principalmente quelli della coppia.

Quando un figlio si sposa, nella mente e nel cuore dei genitori si prefigura il sogno e l’idea che questo legame sarà per sempre e che sarà generativo, accrescendo la famiglia e portando con sé unicamente delle gioie. L’evento della separazione, come del resto tutti gli eventi critici inattesi, è invece fortemente critico e imprevedibile. Tante volte nei pensieri dei genitori si tratta di un’ipotesi che non si realizzerà mai per il proprio figlio, così, quando accade, la crisi e il disorientamento sembrano ingestibili. Il numero delle separazioni negli ultimi decenni è cresciuto sempre più e molti sono i genitori che, dopo aver visto il proprio figlio approdare al matrimonio, se lo ritrovano in casa e assistono a conflitti infiniti, tante volte tirati dentro alle questioni di conflitto della coppia, dall’altro coniuge.

Ma cosa possono fare i genitori in questi casi? Può accadere che il proprio figlio/figlia nel rientrare in famiglia assuma dei comportamenti adolescenziali e i nonni si ritrovino ad accudire i nipotini attivamente, subentrando nel compito genitoriale, fino ad arrivare ad assolverlo pienamente. Genitori impegnati nel conflitto coniugale e ad infierire l’uno sull’altro perdono di vista i propri figli, delegando la cura e i bisogni dei propri bambini ai nonni. Sicuramente questa non è una modalità funzionale e utile per la crescita dei bambini, tanto meno restituisce ai genitori la responsabilità del proprio ruolo, che permane nonostante l’interruzione del legame di coppia. Sicuramente la separazione è un evento che anche per cultura si presenta come indesiderabile e produce vissuti di fallimento, oltre che nella coppia, anche nei genitori. Infatti, molte sono le situazioni in cui i genitori si inseriscono per scoraggiare la decisione di una separazione. In molti di questi casi però la conflittualità rischia di alimentarsi di giorno in giorno facendo vivere e sperimentare ai bambini un clima di paura e tensione. Molte volte, quindi, la separazione rappresenta un beneficio per la coppia e per i bambini, sancendo il passaggio da una famiglia in continua tensione ad una famiglia che, benché divisa, può ritrovare un nuovo equilibrio e guadagnare serenità. In tutto questo caos i genitori della coppia in separazione possono svolgere un ruolo determinante, sottraendosi al rischio di concorrere nell’alimentare il conflitto. Occorre, per quanto possibile che i nonni si tengano fuori dagli accadimenti di coppia: la chiarezza dei confini rappresenta il presupposto essenziale per potersi dedicare a ciò che è più utile a tutti, ossia offrire vicinanza, collaborazione al proprio figlio nell’esercizio del proprio compito genitoriale e nella rielaborazione della perdita del legame.

Ancor più complessa diviene poi la situazione, allorquando gli ex-coniugi stabiliscono nuovi legami. In tal caso, i nonni che accettano le nuove unioni e riescono ad integrare i differenti rapporti affettivi, biologici e acquisiti, collocandosi su un polo collaborativo e non ostativo, non solo diventano una risorsa fondamentale per la famiglia ricostituita, ma traggono da essa giovamento, guadagnando nuove funzioni.

Non serve ostacolare, non aiuta il proprio figlio a ritrovare un equilibrio, non aiuta i nipotini a conquistare la serenità necessaria.

CONSIGLI

Ecco quindi alcuni semplici consigli per affrontare il difficile momento della separazione di un figlio in modo equilibrato.

Cercate di capire le motivazioni e i sentimenti di vostro figlio. Sembra scontato, ma è la chiave di tutto. Ogni decisione o comportamento ha radici in specifici vissuti e sentimenti. Anche se non approvate ciò che fa, incuriositevi, cercate di mettervi nei suoi panni e di capire cosa lo muove a fare delle scelte piuttosto che altre o a comportarsi in un certo modo, forse non arriverete mai ad essere d’accordo con lui, ma di sicuro vostro figlio sentirà di non essere solo in uno dei momenti più difficili della sua vita.

Siate vicini ma con discrezione. Non insistete perché si sfoghi con voi e vi racconti tutti i particolari. Vostro figlio è un adulto e potrebbe non sentire il bisogno di condividere con voi alcuni aspetti della relazione con il coniuge, questo non significa che vi respinge o vi vuole tenere fuori dalla sua vita e non significa che non abbia bisogno dell’affetto e della vicinanza dei suoi genitori.

Accoglietelo se necessario. Dopo una separazione, tornare a vivere dai genitori non è mai una soluzione positiva per nessuno, anche a livello psicologico. Accoglietelo se necessario, ma siate pronti ad accettare che è una fase di passaggio, un ritorno al nido dal quale poi volare via di nuovo verso la propria autonomia.

Evitate di schierarvi. Ricordate che la relazione coniugale è una strana mescolanza fra diversi fattori, anche molto complicati, quindi sarebbe riduttivo pensare che nei casi di separazione ci sia un colpevole e una vittima o uno che ha agito e uno che ha subito. In genere possiamo parlare di un “incastro” che non ha funzionato più, una situazione cioè, a cui contribuiscono entrambi i partner.

Se riuscite a non schierarvi dall’uno o dall’altro lato, potrete aiutare vostro figlio a capire che la fase conflittuale deve essere superata da quella della negoziazione, la ricerca spasmodica di “chi ha ragione” deve diventare ricerca del “come è cambiato il legame”.

Non cercate per lui le soluzioni. Avete imparato fin da quando era un bambino che ogni conquista di un pezzo di autonomia passa attraverso la frustrazione e gli insuccessi mentre si prova a farcela da soli. Questo è valido ancora di più oggi che è un adulto. Lasciate che vostro figlio prenda in mano la sua vita e cerchi da solo la soluzione ai suoi problemi, se sente di aver bisogno del consiglio dei suoi genitori sarà lui a chiedervi aiuto.

Aiutare il figlio a concentrarsi sul presente e sul futuro piuttosto che sul passato: cercare di capire cosa sia successo e come si è arrivati alla separazione è importante ma comporta il rischio di scivolare in un atteggiamento critico e recriminatorio, chiedersi invece come fare per andare avanti e affrontare i problemi è sicuramente più utile e, per certi versi, più rassicurante.

Siate di aiuto con i nipotini. Nei momenti più conflittuali per la coppia può essere difficile gestire i bambini. Da un punto di vista organizzativo si devono trovare nuovi assetti e abitudini. In questo i nonni possono essere un valido aiuto e un fermo punto di riferimento per i nipotini. Ricordatevi però che la responsabilità educativa resta in mano ai genitori e soprattutto in una fase di confusione come la separazione è importante rimandare ai bambini che i loro genitori, nonostante tutto continueranno a volergli bene e ad occuparsi di loro.




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1 risposta su “Nostro figlio si è separato! E adesso?”

Non e’ facile ma doloroso quando ci sono nipoti.molto difficile se i soldi della coppia sono pochi.noi abbiamo una casa grande ma penso che se il figlio ritornera’ qui sarebbe difficile per noi quasi vecchi e con problemi di coppia e per lui che con il suo carattere si adagerebbe in questa condizione tornando a 50 anni a fare l’ adolescente.chiedo aiuto a chi vorra’ darmi un parere

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