CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

“Quel giorno chiesi a mio marito di scomodare tutti i santi”

6 Luglio 2015

Santa Rita da Cascia

Loredana racconta la difficile prova dell’operazione di suo figlio Andrea. Nella preoccupazione per il buon esito dell’intervento, la mamma si affida nella preghiera ad una santa speciale, che nel suo quotidiano è stata moglie, madre, vedova e consacrata.

Caro don Silvio,

tra qualche ora partiamo per Cascia. Il 27 luglio scorso ho visitato per la prima volta Agropoli vecchia e pensa che sono sette anni che villeggiamo nei dintorni e non avevamo mai visitato il borgo antico. Per raggiungerlo bisogna salire molti gradini e appena in cima, su una terrazza, si affaccia una chiesa dedicata a Santa Maria di Costantinopoli. Nel fermarmi in preghiera mi sono accorta che in un angolo c’è un’edicola che espone al culto una reliquia di Santa Rita. Mi sono fermata per affidarle Andrea. Ricordavo, in modo un po’ grossolano, che anche questa santa aveva incontrato difficoltà ad essere accolta  e compresa dai figli. E questo me la rendeva più simpatica e certamente mi spingeva a confidarle il mio disagio nel preparare l’intervento di Andrea.

Nell’ultima interminabile mezz’ora di attesa, mentre aspettavo che Andrea salisse dalla sala operatoria, ho avuto veramente paura, il medico aveva detto che ci voleva un’ora, ero pronta ad attendere anche mezz’ora in più, ma l’intervento è durato due ore. Ho provato angoscia in quell’ora di ritardo rispetto alle indicazioni del medico, senza riuscire a trovare una ragione che mi confortasse. So solo che ho sentito e chiesto a mio marito di scomodare tutti i santi. Fino ad allora avevamo pregato forse senza la dovuta insistenza, spinti più dalla fedeltà che dalla fede. Ed è stata in quest’occasione che alla lista dei santi protettori di Andrea ho aggiunto Santa Rita, perché a lei era dedicata la clinica.

Nel cercare un luogo dove far trascorrere un po’ di convalescenza ad Andrea avevamo pensato di venire a Barrea per la festa dell’Assunta  e trattenerci qualche giorno, ma non abbiamo trovato posto in nessun albergo. Così, mi sono ricordata della bella visita fatta con Roberta l’anno scorso, la Cascata delle Marmore, ed ho pensato al piacere di fare tappa ad Assisi. Nel prenotare ci siamo accorti che Cascia è poco lontano da quei luoghi meravigliosi.

Ed è stato allora che ho cominciato a gioire  interiormente. Ho ricostruito i segni provvidenziali che ci conducono per i prossimi giorni a stare e gustare la spiritualità umbra tra Francesco, Rita, Benedetto. Tra l’altro, proprio oggi, confidando ad alcuni amici le ragioni del nostro pellegrinaggio, mi hanno detto che la reliquia di Santa Rita era passata per Agropoli e per alcuni giorni si trovava ancora nella cittadina, ovviamente il mio silenzioso senso di gratitudine a Dio è andato crescendo.

Desidero ogni anno fare un pellegrinaggio, a maggior ragione quest’anno a conclusione dell’anno eucaristico e dopo il disagio di Fatima, ma non avevo trovato grazia presso la mia famiglia per un pellegrinaggio a Lourdes o Fatima ed ecco perciò che il Signore ha ascoltato la mia preghiera e letto il mio desiderio ed ancor prima che me ne rendessi conto mi ha tracciato una strada.

Stasera mi sono collegata per studiare la storia di Santa Rita e guidare nei prossimi giorni il pellegrinaggio familiare e ancora un sussulto, ho gioito leggendo il commento di Giovanni Paolo II per questa santa del quotidiano e della normalità che raccoglie in sé tutte le vocazioni: moglie, madre, vedova, consacrata e, infine, santa. Ho pensato al nostro cenacolo di discernimento in cui vivremo un’esperienza di comunione nella diversità delle vocazioni e dei ministeri. Domani affiderò il nostro cenacolo a questa santa, che ho scoperto essere definita “la santa delle cause impossibili”, come impossibile per noi è comprendere che Dio si affida al nostro discernimento per trovare la strada che conduce alla pienezza della gioia.

Loredana




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