CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi – s.longobardi @puntofamiglia.net

Imparate da Maria a vivere lo stupore di questo tempo

13 Luglio 2015

gravidanza

Fabio e Cristina mi hanno comunicato con gioia l’attesa del primo figlio. Trepidazione, paura e felicità per un evento antico e pur sempre nuovo. Ho invitato gli sposi a prendere esempio da Maria, perché nella sua maternità è racchiusa ogni altra maternità.

Carissimi Fabio e Cristina,

grazie per aver condiviso con me i primi passi del vostro cammino coniugale, le fatiche e le gioie, grazie per avermi comunicato, quasi in tempo reale, la bella notizia. Nelle parole tremanti di Cristina ho sentito tutta l’umanissima trepidazione – e anche la paura – dinanzi ad un evento antico e pur sempre nuovo, un evento così carico di mistero. Deve essere così. Ogni figlio è come il roveto ardente, quando Mosè si avvicina per vedere riceve una parola: “Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!” (Es 3,5). Ogni figlio porta in sé tutto il mistero di Dio. Le conoscenze scientifiche possono spiegare quello che si vede ma, come leggiamo nel Piccolo Principe, “l’essenziale è invisibile agli occhi”.

La prima gravidanza vi permette di avere maggiore spazio di riflessione, vi invito perciò a vivere questo tempo come un lungo cenacolo, lasciatevi avvolgere dalla grazia dello Spirito, dedicate più tempo alla preghiera, meditate le pagine bibliche in cui emerge il mistero della vita. E soprattutto contemplate Maria perché nella sua maternità è racchiusa ogni altra maternità, ogni figlio che nasce è immagine di quel Figlio che Lei ha portato in grembo. Cercherò di accompagnarvi suggerendovi alcune catechesi. La prima invita a percorrere l’itinerario vissuto da Maria nel tempo dell’attesa. Un cammino, il suo, molto più faticoso del vostro perché non era facile comunicare ai genitori e a Giuseppe che quel bambino non era frutto della carne e del sangue.

Eccomi”, dice Maria all’angelo: nel suo sì è racchiusa una radicale disponibilità, ella si dona interamente, nulla più le appartiene, Dio può agire in lei liberamente, può plasmarla a suo piacimento. Come dicevo in queste sere, lo Spirito Santo opera nella sua fragile carne e genera una vita nuova, la vita di Colui che è vita senza fine. Che grande mistero! La maternità di Maria non può essere confinata nel tempo e nello spazio, essendo la Madre del Verbo di Dio, ella rimane indissolubilmente unita a Lui e con Lui collabora per la redenzione dell’umanità.

La gravidanza apre nuovi orizzonti, il “noi” coniugale si apre al “noi” familiare e fa della coppia il cuore di una più ampia comunione. È l’inizio di un lungo cammino, anzi di una grande avventura che non potete programmare. Non potete sapere quali siano le tappe di questo viaggio, non potete conoscere in anticipo le difficoltà e neppure potete gustare quelle gioie incontenibili legate alla genitorialità. Lasciatevi condurre, passo dopo passo. “Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!” (1Ts 5,24). Camminate in compagnia di Dio. Non siete e non sarete soli. Condividete questo evento con la vostra comunità e rendeteli partecipi della gioia e della trepidazione. Ancora più uniti nel Signore che fa nuove tutte le cose.

Don Silvio




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