CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

“La mia piccola Elena”

10 Agosto 2015

Zelia Guérin

Zelia comincia ad avvertire i primi dolori al seno, segnali del tumore che le stroncherà prematuramente la vita. Scrive a suo fratello, raccontando i piccoli accadimenti quotidiani e la gioia di ritrovare sua figlia Elena, affidata alle cure della balia.

Due parole, in fretta, perché sono incapace di scrivere una lunga lettera, ho un violento dolor di testa ed incessanti disturbi. Di più abbiamo mio suocero che è quasi moribondo, penso che fra quindici giorni non sarà più in vita; muore di vecchiaia, ha già la metà del corpo paralizzata.

Abbiamo ricevuto la tua lettera, però non ricordo tutto quello che conteneva. So che sei riuscito nei tuoi esami, che hai ricevuto il denaro che ti abbiamo inviato, che lo zio e la zia stanno bene, che papà pensa di andare a Parigi, cosa che non farà. La settimana passata gli si è gonfiata una gamba ed è stato parecchi giorni senza uscire; ora va meglio, ma la gamba è ancora rigida, temo sempre un attacco di paralisi. Ha visto il medico che gli ha detto di mantenersi a dieta, cosa che non ha voglia di fare perché ha buon appetito. Durante alcuni giorni ha avuto presso di sé suo nipote, il figlio di G. Guérin. È un piccolo intrigante che rassomiglia più a una donna di servizio che ad uno studente.

La piccola Leonia ora sta bene, come pure le altre tre. Quindici giorni fa sono andata a vedere quella che è a balia: non mi ricordo di aver mai provato uno struggimento di felicità come in quel momento in cui l’ho presa nelle mie braccia e mi ha sorriso così graziosamente che credevo di vedere un angelo; insomma, è una cosa indicibile per me: credo che non si sia vista e che non si vedrà mai in una bambina così incantevole. La mia piccola Elena! Quando avrò dunque la felicità di averla tutta per me? Mi pare perfino impossibile di aver l’onore di essere la madre di una creatura così deliziosa!… Oh, va’. Non mi pento di essermi maritata. Se tu avessi veduto oggi le due maggiori.

(Zelia al fratello Isidoro, Alençon 23 aprile 1865)




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2 risposte su ““La mia piccola Elena””

La mia piccola Elena! Quando avrò dunque la felicità di averla tutta per me? Mi pare perfino impossibile di aver l’onore di essere la madre di una creatura così deliziosa!…

I CONIUGI MARTIN SOFFRONO CON FEDE e mantengono gli occhi del cuore aperti sull’orizzonte di Dio…

Elena morirà a cinque anni e mezzo . Quanti dolori e atroci sofferenze vissute nell’ombra e nella fiducia di un Dio che Luigi e Zelia non hanno mai abbandonato. Zelia scriverà più tardi al fratello: <>. Signore insegnaci ad avere fiducia in te!

La mia piccola Elena! Quando avrò dunque la felicità di averla tutta per me? Mi pare perfino impossibile di aver l’onore di essere la madre di una creatura così deliziosa!…

I CONIUGI MARTIN SOFFRONO CON FEDE e mantengono gli occhi del cuore aperti sull’orizzonte di Dio…

Elena morirà a cinque anni e mezzo . Quanti dolori e atroci sofferenze vissute nell’ombra e nella fiducia di un Dio che Luigi e Zelia non hanno mai abbandonato. Zelia scriverà più tardi al fratello:Poi insieme l’abbiamo offerta al buon Dio. “Signore insegnaci ad avere fiducia in te e come i coniugi Martin a mettere sempre Dio al primo posto.

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