Punto Diocesi

Accompagnare tutte le famiglie, anche quelle che verranno

Arcidiocesi di Genova

A colloquio con mons. Piero Pigollo, responsabile dell’Ufficio di pastorale familiare dell’Arcidiocesi di Genova. Insieme al presbitero scopriamo il disegno pastorale diocesano, le attese per il prossimo Sinodo e gli appuntamenti in cantiere per le famiglie del territorio.

«L’esperienza del matrimonio e di conseguenza della famiglia che da esso è generata è spesso abbandonata da più parti e noi cerchiamo di far fronte, sopperendo ai vuoti che si presentano di volta in volta, in svariati modi, dai suggerimenti alle parrocchie, al sostegno dei separati, dal conforto alle famiglie afflitte dalla malattia e dal lutto, a quelle flagellate dalla povertà di mezzi e dalla mancanza di lavoro». Mons. Piero Pigollo, responsabile dell’Ufficio di pastorale familiare dell’Arcidiocesi di Genova presenta con questo grandangolo il disegno pastorale diocesano.

Un supporto notevole che secondo mons. Pigollo «ha visto negli anni una vigorosa ramificazione in risposta alle molteplici esigenze delle famiglie del territorio. Sono un po’ le piaghe del nostro tempo e noi in quanto Chiesa locale, cerchiamo di essere presenti e di offrire supporti concreti». A colloquio con il presbitero per raccogliere la bellezza di quanto seminato nella Chiesa genovese.

La vostra pastorale ha una sensibilità spiccata anche per i separati. Quale è la proposta specifica per queste persone?

Nel corso degli anni sono andate definendosi due grosse realtà. La prima è formata dalle coppie separate dove però si sperimenta la fedeltà al matrimonio, nonostante tutto. Non è certo facile e c’è bisogno di definire un percorso di catechesi, ma anche di accompagnamento spirituale. Queste persone si incontrano mensilmente e sono seguite da sacerdoti preparati e competenti. Dall’altro lato, c’è l’altra grande realtà, che è quella delle coppie separate e risposate. Anche loro hanno un cammino mensile fatto di incontri, di dialoghi spirituali, perché nessuno si senta escluso dalla Regno di Dio.

La vostra Diocesi offre cammini di preparazione al matrimonio non solo per le coppie prossime al “sì”, ma anche per gli innamorati. Percorso che definite di “preparazione remota” al matrimonio. Significa valorizzare il tempo del fidanzamento? In che modo?

Come diocesi abbiamo pensato che la radice della pastorale debba essere la preparazione al matrimonio non solo per le coppie prossime al matrimonio ma anche e soprattutto per la preparazione dei giovani innamorati, una percorso che appunto abbiamo definito di “preparazione remota al matrimonio”, che consiste in incontri mensili. In genere, avvengono di domenica pomeriggio e si compongono di testimonianze, musica, film e insieme alla Parola di Dio sono occasione di riflessione prima personale e poi di coppia. Concludiamo poi con la condivisione del pasto per sperimentare la bellezza dell’amicizia in Dio. L’altra tappa importante è stata quella di offrire un ritiro di due giorni in cui è stata proposta l’esperienza dell’Adorazione in coppia in modo da lasciare scoprire la bellezza dell’essere chiamati insieme di fronte a Dio.

Stiamo vivendo un particolare anno di grazia in cui i riflettori sono puntati sulla famiglia. Cosa vi aspettate come Chiesa locale dal prossimo Sinodo di ottobre? Temete che a luci spente, la famiglia possa essere di nuovo dimenticata dall’agenda pastorale?

Non nego che le attese legate a questo Sinodo siano molte, non solo per le questioni più spinose, ma anche per definire strategie precise sul come sostenere le famiglie nelle ordinarie problematiche legate al nostro tempo. Non penso che la famiglia sarà abbandonata dopo il Sinodo, perché la pastorale familiare è definita ed è fatta di uomini che porteranno avanti le sollecitazioni dello Spirito.

Avete previsto appuntamenti diocesani che riguardano la famiglia e che magari le piacerebbe segnalare alle famiglie che leggeranno l’intervista?

Abbiamo previsto per il periodo estivo i campi in montagna per le famiglie. Un’esperienza questa che abbiamo ereditato dal mio predecessore e che si rivela sempre un ottimo modo per stare insieme e per riflettere sulle tematiche di cui abbiamo già parlato. La diocesi sta definendo inoltre alcuni incontri zonali sulla famiglia per meditare sue sei punti precisi come ad esempio l’educazione alla sessualità dei figli, la preparazione al matrimonio, il sostegno alle coppie in crisi, il supporto ai separati, un aiuto economico concreto. Non ultimo abbiamo pensato ad una preparazione particolare per “La giornata per la vita”, che si terrà febbraio. Cerchiamo insomma di rispondere in maniera adeguata alle svariate domande che ci vengono poste. Perché la Chiesa è la famiglia delle famiglie e, come in una casa si discute insieme e insieme si risolvono i problemi, così succeda anche in grande. Credo sia questo l’atteggiamento e il motivo stesso del Sinodo per la Famiglia. L’invito dunque è pregare per la riunione dei vescovi, perché quei giorni possano essere una musica straordinaria composta dallo Spirito Santo.




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