CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi – s.longobardi @puntofamiglia.net

Così Dio parla attraverso la vita di tuo figlio

21 Settembre 2015

figlio

Ogni figlio è parola. Era lo slogan di qualche anno fa proposto alla Giornata per la Vita. Anche Marco, un figlio straordinario, è parola per i suoi genitori. In questa lettera, mi rivolgo ad Irene, sua madre, chiedendole di capire quale parola Dio vuole dirle attraverso la vita di Marco.

Cara Irene,

ho letto con amore il racconto dell’esperienza vissuta in piazza san Pietro, nelle tue parole ho letto anzitutto la determinazione di una mamma che non lascia nulla di intentato per il bene del figlio. Le paure – beh – quelle sono il patrimonio di tutte le persone responsabili, impossibile farne a meno.

In questi giorni ho avuto costantemente nella preghiera la vostra famigliola e più volte ho consegnato al Signore il piccolo Marco. Ogni volta che venivo a trovarvi, lo guardavo pieno di speranza, attendevo di vederlo camminare e di ascoltare le sue prime parole. Anch’io ho sofferto e non capivo perché faceva così tanta fatica ad apprendere quelle cose che erano il pane quotidiano per gli altri bambini. E ho seguito anche voi, con discrezione, sollecitandovi nella forma che mi sembrava più opportuna e rispettosa.

Ogni figlio è parola: anni fa questo slogan fu proposto in occasione della Giornata per la Vita. L’ho scelto come una frase che più e meglio spiega il mistero che ogni bambino porta con sé. Se ogni creatura è immagine di Dio, possiamo anche aggiungere che ogni bambino è una parola originale di Dio. È questa la prospettiva da cui anche voi dovete partire. Provate a rispondere a questa domanda: quale parola Dio vuole dirci attraverso Marco.

Ho cercato di farlo anch’io, ma voi lo farete in modo tutto diverso perché i genitori hanno una speciale grazia per capire i loro figli. “Il figlio muto lo comprende la madre”, dice un proverbio. Questa verità ha un fondamento teologico: come il sacerdote ha una grazia particolare per guidare i battezzati nelle vie di Dio, così i genitori, in forza della grazia sacramentale del matrimonio, ricevono la grazia di capire i loro figli e di capire quello che Dio scrive nella loro vita.

Marco è una parola perché ricorda la fatica di crescere e di costruire relazioni. Una fatica che accomuna tutti ma che in lui, in questo momento, si manifesta in una misura più rilevante. Nella via ordinaria lo sviluppo fisico e intellettivo dei bambini potrebbe far pensare che tutto vada bene. In realtà rimangono punti oscuri, a volte veri e propri buchi neri, che solo negli anni successivi emergeranno. In questo caso, invece, siamo costretti a seguire passo passo anche le più piccole cose, senza trascurare nulla.

Marco è una parola perché ricorda la fatica di educare. Educare è la sfida di questo nostro tempo, la più difficile e forse quella che spaventa di più. Per questo tanti rinunciano o si accontentano. Cerco di immaginare le tue paure, quelle di ogni mamma, ma ti assicuro che sei in buona compagnia, sono le paure di tutti i genitori responsabili.

Marco è una parola che ricorda la carità senza limiti che i genitori devono riversare nei figli. La carità è la chiave educativa, non la carità che concede sempre tutto perché diventerebbe diseducativa ma quella carità che persegue con determinazione l’obiettivo – e cioè la crescita dei figli – accettando tutti i sacrifici che questo comporta. Una carità che voi testimoniate nella forma più eroica.

Mia cara, seguo il vostro cammino con molta attenzione e tanta preghiera. In modo particolare prego per voi quando recito i misteri gaudiosi e quando arrivo al quinto mistero, quello del ritrovamento, prego che anche voi, come Maria e Giuseppe, possiate stringere tra le braccia il piccolo, anche se non vi è dato di comprendere tutto quello che avviene. Consegnandovi queste fragili parole, prego il Signore che siano per voi pane nutriente per la vostra fede. Un caro saluto e un bacio ai piccoli.

Don Silvio




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