Speciale canonizzazione

E se pregassimo Luigi e Zelia?

Canonizzazione Luigi e Zelia Martin

Canonizzazione Luigi e Zelia Martin

di Mariarosaria Petti

Papa Francesco domenica in piazza San Pietro ha proclamato Luigi e Zelia Martin santi, la prima coppia santa del nostro tempo. In esclusiva per Punto Famiglia la storia di Carmen, la bambina miracolata per intercessione dei santi coniugi.

Durante la veglia che si è svolta sabato 17 ottobre presso la Basilica di Santa Teresa d’Avila a Roma in preparazione alla liturgia eucaristica per la proclamazione della santità di Luigi e Zelia Martin, toccanti sono state le testimonianze delle famiglie che hanno ricevuto i miracoli che hanno permesso prima la beatificazione e poi la canonizzazione. Raccontiamo il miracolo della piccola Carmen nata prematura e dopo pochi giorni dalla nascita colpita da un’emorragia celebrale di quarto grado e da una pericolosa setticemia. I suoi genitori si affidano a Luigi e Zelia Martin, grazie al consiglio delle suore carmelitane di Serra. La bambina guarisce inspiegabilmente: è un miracolo.

 

La nascita. Il 15 ottobre del 2008 dopo soltanto 28 settimane di gestazione, nasce Carmen. I primi segnali preoccupanti arrivano già al secondo mese di gravidanza. Anche con Ismael, il primo figlio, non era stato facile. I medici le impongono di nuovo riposo assoluto e Mari Carmen resta a letto, immobile a proteggere la sua bimba. Nel suo cuore di madre conosce già il temperamento della figlia. La speranza l’abbraccia e andare in ospedale continuamente nell’ultimo periodo non la scoraggia. Durante una delle ultime visite, i medici cercano di capire lo stato di salute del feto. Dall’ecografia una manina piccolissima si agita, sembra come salutare mamma e papà e gli spettatori increduli. La piccola sta bene e lancia indizi inequivocabili sul suo carattere deciso.

Appena Carmen viene alla luce, il volto delle ostetriche s’incupisce. Per Mari Carmen il parto è stato speciale e non accetta il pessimismo del personale sanitario dell’Ospedale “Nueve de Octubre” di Valenza (Spagna). «Aspettatevi il peggio» raccomandano a mamma Mari Carmen e a papà Santos. «Dio le ha dato la vita e solo Lui può toglierla» rispondono i genitori agli specialisti.

Il 17 ottobre Carmen è colpita da un’emorragia celebrale di quarto grado, a cui segue una pericolosa setticemia. Lo sconforto fa capolino. Santos cerca su internet un luogo dove poter pregare per la vita della sua bambina. A che cosa – o meglio, a chi – aggrapparsi, però? Carmen è nata nel giorno in cui la Chiesa festeggia Santa Teresa d’Avila, sarà lei ad aiutarli. Dalle ricerche frettolose, Santos trova a 40 km da Valenza il Monastero di San Giuseppe e Santa Teresa delle suore carmelitane scalze. È il 24 ottobre, le condizioni di Carmen non migliorano: la piccola è in terapia intensiva neonatale. Santos decide di raggiungere il Monastero di Serra, anche se è lontano, è buio e la strada impervia.

L’incontro con suor Marìa Jesùs. Quella notte in portineria c’è suor Marìa Jesùs. È un’anziana carmelitana, buona come gli anni che le pesano sulle spalle e che trascina a fatica con due bastoni. È molto attenta al suo compito. Ha sempre avuto fiducia negli altri, aprendo la porta a chiunque, senza neanche rispondere. Tutti per lei meritano aiuto. Anche quel ragazzo che una volta approfittando della sua bontà stava per ingannarla. Dopo quell’episodio, suor Marìa Asuncìon, la Madre Superiora, si era raccomandata con la consorella di essere più vigile in portineria.

«Vengo a pregare per mia figlia, è nata prematura e ora è molto malata» spiega Santos al citofono. Suor Marìa Jesùs gli consiglia di tornare per la celebrazione eucaristica della domenica, alle 12.00. Quando la suora racconta l’accaduto in refettorio, le carmelitane hanno un sussulto: «Perché non lo hai fatto entrare?». A testa bassa e disorientata, la consorella prega nel suo cuore di rivedere quell’uomo giovane sconvolto dal dolore per la condizione di salute di sua figlia.

La preghiera a Luigi e Zelia Martin. Per alcune domeniche Santos e Mari Carmen si recano a Serra, scelgono sempre l’ultimo banco. La celebrazione eucaristica termina alle 13.00 e alle 13.30 inizia l’orario di visita in ospedale: i genitori di Carmen hanno appena il tempo di ricevere la benedizione finale e poi via di corsa dalla loro bambina. Suor Marìa Asuncìon e suor Marìa Jesùs passano in rassegna i volti dell’assemblea, cercano di intercettare il viso dell’uomo che qualche settimana prima aveva chiesto di poter pregare con loro per sua figlia.

Nel frattempo, il 19 ottobre a Lisieux i genitori di Santa Teresa del Bambino Gesù sono stati beatificati. La notizia fa eco in tutto il mondo. Tra le mani della superiora di Serra arriva per caso la rivista Orar dei padri carmelitani di Burgos. Suor Marìa Asuncìon legge la storia di Pietro Schilirò, il bambino guarito per intercessione dei Martin, miracolo riconosciuto dalla Chiesa, che li aveva condotti alla beatificazione. Per la superiora è un segno: «E se invece di pregare per Santa Teresina, invocassimo l’intercessione dei suoi beati genitori?». Le carmelitane aspettano con ansia Santos e Mari Carmen, per consigliargli di affidarsi ai Martin.

È domenica 2 novembre, sta per svolgersi il solito copione: l’ultima panca occupata dai visi sempre più provati dall’angoscia e poi pian piano via, guadagnando l’uscita. Questa volta suor Marìa Asuncìon corre fuori dalla Chiesa, raggiunge il parcheggio. La coppia è già in auto, la marcia ingranata per scappare dalla piccola Carmen. Il finestrino scivola giù meccanicamente, gli occhi s’incrociano e la mano della suora si sporge all’interno per consegnare un’immaginetta: «Pregate i Martin, iniziate la novena stasera stessa. Loro vi saranno vicini. Noi faremo lo stesso». Santos e Mari Carmen hanno un appiglio per sfuggire al discorso che poco prima avevano a fatica cominciato. Marito e moglie si preparavano ad organizzare il funerale della secondogenita di casa Pérez.

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Mari Carmen e Santos con la piccola Carmen (foto: Agenzia Avan).

I miglioramenti di Carmen. In breve tempo il quadro clinico invece inizia a migliorare. Nonostante la situazione sia ancora delicata, i medici consigliano di trasferire Carmen dal “Nueve de Octubre” all’ospedale “La Fe”. Una sola incubatrice è disponibile: le lungaggini burocratiche e l’atteggiamento aggressivo del medico responsabile del reparto non aiutano a sperare. Intanto, Carmen viene trasferita. La patologia che l’ha colpita avrebbe lasciato danni inevitabili nella bambina, di tipo fisico e psichico. La preghiera continua senza sosta, i centri nevralgici sono la famiglia di sangue della neonata e quella “acquisita”, composta dalle carmelitane di Serra. Arrivata nel nuovo ospedale, decidono di togliere a Carmen i tubi dell’ossigeno, preparandosi al peggio. La bimba è forte, resiste. Le vengono date poche gocce di latte materno per alimentarla normalmente.  

Per altri 40 giorni Carmen resta a “La Fe”. La data prevista per il congedo è fissata per il 7 gennaio, ma la bambina cammina spedita verso la guarigione e i medici decidono di dimetterla il 2 gennaio. Non una data qualsiasi: 135 anni prima nasceva Teresa, la figlia di Luigi e Zelia, quei genitori a cui Santos e Mari Carmen costantemente si erano affidati.




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