Fidanzamento

Un matrimonio felice parte dal fidanzamento: ecco cosa non trascurare

fidanzamento

di Carolina Rossi e Giulia Palombo

Come alimentare l’amore durante il periodo del fidanzamento? Quali sono i segreti per fare crescere una relazione? Le nostre psicologhe offrono utili consigli per la costruzione del “noi di coppia”.

La storia. Carlo e Letizia, sono fidanzati da sette anni, fin da quando erano dei ragazzini. Si sono conosciuti ai tempi delle scuole superiori, quando Letizia prendeva ripetizioni di matematica dalla sorella maggiore di Carlo. In realtà la fase del corteggiamento per loro è durata pochissimo, in quanto si sono piaciuti subito e si sono fidanzati dopo breve tempo. Raccontano, che il loro rapporto ha attraversato diverse fasi, da quella in cui vivevano appiccicati l’uno all’altro, isolandosi dagli amici e passando insieme tutto il tempo libero che avevano a disposizione, alla fase in cui litigavano di continuo, arrivando a lasciarsi più volte, giurandosi di non cercarsi mai più! Oggi ricordano con ironia quei momenti, ridendoci sopra e prendendosi in giro per quello che sono arrivati a dirsi e a farsi. Proprio oggi, che stanno vivendo e affrontando insieme una situazione difficile, riconoscono quanto sia diverso il loro rapporto rispetto agli anni passati. Da qualche settimana Carlo ha deciso di lasciare un lavoro sicuro ma per lui poco soddisfacente, presso l’azienda dello zio, e di inseguire il suo sogno: aprire un’attività commerciale autonoma in cui poter dimostrare e sperimentare tutte le sue capacità. Letizia, racconta di non aver accettato subito l’idea: «Anche se il suo lavoro nell’azienda di famiglia non era riconosciuto e valorizzato a pieno, lo stipendio ci avrebbe permesso di sposarci, adesso invece, ci vediamo costretti a rimandare i nostri progetti di vita insieme, ma – continua – non potevo negargli la possibilità di sperimentarsi in questa sfida, so che è una cosa che sogna da sempre e che oggi lo riempie di entusiasmo».

 

Letizia e Carlo, dopo tanti anni insieme e dopo tante “peripezie” relazionali, vivono oggi un rapporto molto profondo, caratterizzato dalla conoscenza e accettazione reciproca, dalla condivisione di quella dimensione di intimità e complicità, che rende gli innamorati “l’uno il miglior amico dell’altro”. Nonostante abbiano punti di vista diversi, riescono a confrontarsi e ad agire secondo una condivisione di intenti, accettando e valorizzando le scelte, i bisogni, gli interessi e le passioni dell’altro. Nel cammino della coppia, accanto alla dimensione più passionale che spinge a desiderarsi, a cercarsi e a “possedersi” l’un l’altro, senza magari, riuscire a guardare l’altro e a riconoscerlo per quello che è, compare progressivamente il sentimento della complicità e dell’alleanza reciproca. Naturalmente il legame di coppia non si può ridurre alla sola dimensione amicale, ma proprio come due buoni amici, gli innamorati si sostengono e si valorizzano a vicenda, si consolano, si divertono, si raccontano, si ascoltano e si capiscono al volo, la maggior parte delle volte anche solo con uno sguardo! Nel tempo del fidanzamento si condividono tante cose, rituali più o meno piacevoli e momenti emotivamente coinvolgenti: passeggiare, ritrovarsi a tavola, viaggiare insieme, gioire dei momenti di vicinanza, ma anche affrontare le inevitabili difficoltà della vita e i momenti di sofferenza. In questi pezzi di strada, percorsi l’uno accanto all’altro, i fidanzati imparano a conoscersi creando e rafforzando quel “senso del noi” che è alla base di un rapporto di coppia sano. Conoscere l’altro significa essere in grado di cogliere le sue reazioni e i suoi bisogni, significa aver bisogno di lui e poterglielo dire senza paura di sminuire se stessi o di perdere la propria individualità. L’intimità, come capacità di condividere pensieri e fantasie con un’altra persona, di sperimentare e tollerare l’ingresso dell’altro nel “proprio spazio vitale” rappresenta uno straordinario collante per la coppia, ancora più forte della passione. Permette di rivelarsi completamente all’altro, svelare i propri segreti, mettere a nudo le proprie debolezze o paure senza il timore di apparire fragili, vulnerabili o di essere giudicati per le proprie “zone grigie”. Questo sentimento, che si esprime attraverso gesti più svariati, dal sorriso allo sguardo d’intesa o di complice indulgenza, dai segnali di cui la sola coppia conosce il significato, alle decisioni prese “per il bene dell’altro”, è altamente positivo in quanto costituisce un alimento continuo per la coppia e una fonte di stabilità, in quanto innesca un circolo virtuoso in cui più si sente l’altro vicino più cresce la fiducia e la stessa intimità. L’intimità e la conoscenza reciproca non sono date per scontate con il passare degli anni insieme, ma nascono dall’impegno e dalla fiducia reciproca, profonda e incondizionata. Esse non sono mai un punto di partenza ma un punto di arrivo!

 

Consigli. Fidanzamento: palestra per la costruzione della complicità? Humor e attenzioni possono essere preziosi aiuti!

Il fidanzamento è un tempo “di palestra” per la costruzione del “noi di coppia”. Tante volte abbiamo sottolineato l’importanza di pensare alla coppia come dimensione che ha bisogno di cura e attenzione, nella quale non dare nulla per scontato, ascoltandosi reciprocamente, fidandosi, confidandosi e affidandosi all’altro, accogliendo pienamente. Ma quali possono essere gli elementi da coltivare e non trascurare fin dal fidanzamento, per alimentare la complicità, l’intesa e l’amicizia? Gioco, attenzioni e allegria possono essere le chiavi necessarie per far funzionare un rapporto. L’allegria, la capacità di divertirsi e di ridere insieme sono elementi comuni di molte coppie affiatate e ben riuscite, al di là degli interessi condivisi. È importante dare espressione alla voglia di scherzare insieme, di prendersi in giro e di stuzzicarsi per finta, o di inventarsi dei soprannomi buffi o teneri. Il buonumore, infatti allena a sciogliere le tensioni e spezza le routine della coppia. Bisogna comprendere che la dimensione giocosa e della spontaneità va accolta e custodita, ma anche nutrita e coltivata per evitare di portare il rapporto alla dimensione dell’eccessiva serietà e della noia. Imparare a giocare fin dalla fase del fidanzamento, infatti, anche per il futuro, aiuta a fare esperienza di strategie per smussare incomprensioni, sdrammatizzare, comunicare cose serie con leggerezza e senza ferire, evitare monotonia, legami tristi e piatti! Sia la dimensione del gioco e dello humor, che quella dei momenti di dialogo profondi ed esclusivi, come anche l’esserci pienamente per l’altro, incidono positivamente sulla dimensione della costruzione dell’intimità emotiva ed amicale, aiutando la coppia “in formazione” a creare una sorta di linguaggio privato che ne cementa il legame di coppia e ne alimenta il piacere di stare insieme. Donata Francescato, nel libro Ridere è una cosa seria (Mondadori), descrivendo i risultati di una ricerca condotta, rivela che osservando le coppie al primo appuntamento, quelle che ridevano avevano più probabilità di rivedersi per un secondo incontro. La stessa ricerca ha rilevato che ben il 97% degli intervistati riteneva cruciale ridere insieme per mantenere un buon rapporto di coppia, senza differenze di sesso e di età. In generale, i risultati di tale ricerca confermano alcuni dei presupposti di coppie con unioni felici di lunga durata: l’umorismo e il gioco migliorano la qualità della vita, favoriscono il benessere di coppia e la complicità e aiutano a superare i momenti di crisi. Ma la Francescato allerta: «Su quest’ultimo punto occorre cautela, perché l’umorismo aiuta a superare i momenti difficili solo se i due partner apprezzano il tipo di umorismo dell’altro partner, altrimenti le cose peggiorano». Bisogna infatti evitare che il gioco si faccia duro passando alla guerra pura, come quella che utilizza l’humor come arma per ferire o veicolare rabbie inespresse. Ma cosa vuol dire alimentare il gioco nella coppia? Sicuramente significa movimentare le giornate, prestare costanti attenzioni all’altro, corteggiarlo costantemente, essere pieni di iniziative e mantenere viva l’apertura al mondo e agli altri. Entrare nella dimensione del corteggiamento permanente permette la costruzione di un’intesa e di una complicità che si nutre di sguardi, intenzioni non dette, regressioni infantili, momenti simpatici, ma anche libertà da schemi troppo rigidi, gesti ingenui e puri, connettendo e legando in nodi unici ed esclusivi i pensieri e le emozioni di entrambi. E ricordiamoci, non siamo onnipotenti, occorre saper accogliere e perdonare, rinunciando alla propria ed altrui perfezione: la coppia perfetta non esiste ma ci si impegna per tenere in vita uno speciale legame.




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