Amori a distanza

Gli amori a distanza funzionano?

Amori a distanza

di Mariarosaria Petti – mariarosariapetti@puntofamiglia.net

Sono inguaribilmente legata all’idea che l’amore sia un continuo camminare. Non c’è niente di più dinamico dell’amore. Solo l’amore ci stana dalle nostre pigrizie, da quanto credevamo di non essere capaci di fare, da tutto quello che contavamo di non poter abbandonare o intraprendere.

Sei mesi in Germania. È il titolo del racconto più gettonato in casa mia, da prima che venissi alla luce. In effetti, non ricordo neanche quando le mie orecchie abbiano ascoltato per la prima volta i dettagli dell’avventura familiare più narrata di sempre. Non ero ancora nata, mia sorella aveva poco più di un anno e mio fratello era già un ometto, quando mio padre è dovuto partire per il profondo Nord per motivi di lavoro. Questa permanenza all’estero – parliamo del 1983 – ha dato un segno preciso alla mia vita: il papà e la mamma non possono allontanarsi l’uno dall’altra. Una regola semplice, di quelle lineari che i bambini apprendono inconsapevolmente.

E così tra un biberon e l’altro ho iniziato a sentire questa storia. Mio padre diceva qualcosa in tedesco e subito mia madre incalzava con il disco di quella parentesi alemanna. E poi c’era da specificare che all’epoca non c’erano i mezzi di trasporto di oggi: per stare meno di 24 ore a casa, altri due giorni era necessari per il viaggio in auto. E come dimenticare quella cabina telefonica difettosa, scovata per caso, che inghiottiva solo una monetina e lasciava parlare al telefono per ore quello sciame di italiani a cui era ancora sconosciuto skype e la tecnologia moderna? E poi c’era mia sorella con la sua febbre continua, per mia madre segno di una nostalgia incessante per il suo papà. Una tartaruga con una cordicella e un trenino di legno sono i regali ai due figli piccoli provenienti da quella terra lontana, che tutti hanno preteso di conservare. Oggi tra i giochi di mia nipote.

Insomma, anno dopo anno, ho saputo ogni dettaglio di quei sei mesi. Più crescevo e più però imparavo a capire quello che nessuno mi aveva riferito. Era stato un sacrificio enorme separarsi. Il più grande nella vita dei miei genitori. Un’esperienza da non replicare.

Sono approdata con i miei anni all’età in cui le amiche comprano l’abito bianco e i mesi primaverili sono un susseguirsi di fiori d’arancio. È il tempo di contratti di lavoro incerti e precari, di salti nel buio per costruire la propria famiglia. Ho visto intorno a me persone coraggiose continuare a resistere nella prova della lontananza.

Lei in Spagna e lui in Germania, per oltre un anno.

Lei in Italia e lui in Germania, tutt’ora.

Sposati, siciliani, lui tra Bologna e Pavia e lei in Germania.

E potrei continuare l’elenco di questi silenziosi eroi dell’amore moderno. Immagino la loro fatica, quel baricentro da ritrovare ogni volta, i viaggi, la stanchezza in nome di quel sentimento che è più forte di ogni ostacolo.

E poi ci sono i fidanzati part-time. Quelli che si nascondono dietro un dito. “Io ho il mio lavoro e la mia famiglia qui, lui tra qualche anno proverà a tornare”. E nel frattempo la relazione si riduce a fugaci weekend trascorsi magari a metà strada, nella terra di nessuno. Un espediente per tenere quel legame nel limbo della stasi. Non ci sono progetti, nessuno è disposto a cedere niente del proprio microcosmo per l’altro. Immobili, nella falsa attesa che il quotidiano magicamente li prenda per mano e li conduca alla vita perfetta.

Francamente – lasciatemelo dire – sono insopportabili. Nella mia mente offendono quel racconto che ho ascoltato fino alla nausea in famiglia. Offuscano l’esempio della mia lista di super coppie del tempo moderno.

Sono inguaribilmente legata all’idea che l’amore sia un continuo camminare. Non c’è niente di più dinamico dell’amore. Solo l’amore ci stana dalle nostre pigrizie, da quanto credevamo di non essere capaci di fare, da tutto quello che contavamo di non poter abbandonare o intraprendere. Diffido dai fidanzamenti alibi o di comodo. Che cosa sarebbe una relazione senza la capacità di guardare al futuro e – nonostante le incertezze e le difficoltà – sognare di conquistare nel mondo un posto per quel “noi”, difeso con tutta la forza possibile?

“Non so dove andrò e cosa farò. Ma so che non sarò sola”, mi piace ripetere questa frase come un mantra: abbiamo già tanti punti interrogativo lasciati in sospeso, è necessario aggrapparsi a qualche certezza.

«Quando diventi piccola, puoi metterle anche tu queste scarpe» mi ha detto Giulia, nell’immensa saggezza dei suoi 3 anni. Voleva regalarmi i suoi stivaletti, numero 23. Non ho osato spiegarle che nella vita non si regredisce, almeno fisicamente. Aveva trovato una rimedio a quel gesto d’amore che le sembrava incompiuto. Una soluzione c’è sempre, per chi ha il desiderio di trovarla.




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1 risposta su “Gli amori a distanza funzionano?”

Il tuo racconto è a me noto… Ho trascorso notti con tua madre è tuo fratello per aiutare lei a distrarsi e loro a giocare un po in più. Sai bene che ora vivo nella condizione in cui tu dici…. Ma la mia storia è diversa. Ho scelto di fare un un lavoro da uomo il capo cantiere, figura poco apprezzata al meridione dalle imprese anche per gli uomini figuriamoci per una donna…. Ero fuori quando ho incontrato mio marito ed avevo il lavoro che volevo e 35 anni… Credevo che il tempo per me di farmi la FAMIGLIA … Quella classica cui noi meridionali Nn rinunceremo MAI…. Ed è arrivato lui….. Radicato con il suo lavoro nel territorio dove viviamo… Nn ci ho pensato molto ed ho deciso di cambiare il mio progetto di vita … Nn avrei fatto il capo cantiere … Avrei trovato altro da fare …. Ma avrei fatto di sicuro la moglie è la madre. Mi sono rimessa in gioco, ho fatto mille lavori, l’insegnante, doposcuola, il libero professionista ed intanto portavo con tenacia avanti il mio altro progetto la FAMIGLIA. … Ma nella vita tutto Nn si può avere e Sarà che mi sono sposata a 37 anni ma il figlio che abbiamo desiderato con tutti noi stessi, Nn è arrivato neanche con domanda di adozione…. Il matrimonio è l’emblema della famiglia e la famiglia è tale se ci sono figli….i figli ti fanno viaggiare nella stessa direzione il loro bene comune. Il lavoro qui Nn mi ha mai dato soddisfazione è sempre stato frustrante e per una che ha portato la Ferrari e sa di poterla ancora portare è difficile Nn incazzarsi a guidare una 500 vecchio tipo tutta rotta. Ma il matrimonio è amore…. Mio marito mi ha visto spegnere ogni giorno di più, frustrata per il lavoro per la mancanza del figlio e lui più fi 12 ore fuori per il suo di lavoro. Ha fatto un grande atto di amore verso di me … Mi ha detto vai… Torna al tuo lavoro di capo cantiere …un gesto enorme per un uomo che Nn è mai vissuto da solo e che Nn sa preparare il caffè con la moka… Ed ora siamo ritornati come fidanzati lui qui io fuori, mille telefonate e messaggi ed il conto alla rovescia per i w.e. Al mio quasi ottavo anno di matrimonio posso dire a chi sceglie di sposarsi che il matrimonio è un punto di partenza e Nn di arrivo e come tale Nn sa dove ti porterà è il contratto più complesso ed articolato che ci sia… Nn esistono regole x farlo funzionare ma solo amore e a volte sopportazione … Ed un continuo reinventarsi … Nn date mai nulla per scontato e Nn abbiate la superbia di pensare a noi Nn potrà mai capitare nulla perché il nostro amore è invincibile …. Gli amori a distanza funzionano se ci si ama per davvero

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