Coppia

Ogni amore ha la sua fase. Tu a che punto sei?

Ogni amore ha la sua fase.

di Carolina Rossi e Giulia Palombo

Simbiosi, differenziazione, sperimentazione, riavvicinamento, interdipendenza: queste le fasi di crescita di una relazione di coppia. Passaggi fisiologici ma anche traumatici. Proviamo a superarli insieme alle nostre psicologhe Carolina e Giulia.

Come farò a stare tanto tempo senza di te?”, “Se tu ci riesci questo significa che c’è qualcos’altro di più importante di me…” … “Non potresti scegliere un’altra facoltà che non ti faccia stare così tanto lontano e per così tanto tempo?”. “Devo pensare che tu non ci tieni a me!”.

Questi i messaggi che Piero lancia ad Alessandra ogni giorno, da quando due mesi fa lei ha brillantemente superato i test d’ingresso per una nota facoltà universitaria fuori regione.

Piero e Alessandra non sono fidanzati da molto tempo, circa otto mesi; in passato avevano frequentato lo stesso gruppo di amici senza mai sentire un reciproco interesse, poi, a un certo punto, si era acceso tra loro un sentimento forte e speciale e un grande desiderio di non perdersi più dopo tanta solitudine. Piero, il più grande di tre fratelli, da sempre abituato ad occuparsene e molto concentrato sulla sua famiglia non aveva mai prima sperimentato una situazione affettiva di così tanta intensità ed esclusività! D’altra parte anche Alessandra ha conosciuto l’amore per Piero quando sentiva dentro una carica speciale di energie affettive da investire in una relazione, ma soprattutto anche lei custodiva nel cuore il profondo desiderio di una relazione amorosa intensa ed esclusiva! Quindi quale incontro migliore tra loro due! E ora? Come si fa con questa novità? Cosa succederà alla loro coppia? Che cosa possono fare per uscir fuori da questa prima forte crisi che il loro rapporto sta affrontando?

La storia di Piero e Alessandra sembra attraversare una di quelle “crisi” che, fisiologicamente, ogni coppia attraversa nel percorso che porta dall’innamoramento all’amore. Passata la fase fusionale in cui entrambi provavano la sensazione che la volontà dell’altro corrispondesse alla propria e che i progetti di vita fossero identici, Alessandra ha cominciato a pensare a se stessa e al proprio bisogno di autorealizzazione, mentre Piero si sente deluso e comincia a mettere in discussione l’amore che Alessandra prova per lui.

Abbiamo spesso paragonato la coppia ad un bambino piccolo, che per crescere e maturare deve essere curato ed accudito. Come un bambino piccolo, anche la relazione di coppia attraversa delle fasi che la portano a crescere, ad evolvere da una forma più immatura ad una più adulta e matura.

Secondo E. Bader e P. Pearson nel libro In Quest of the Mytical Mate, (Alla ricerca del compagno mitico, 1988) la coppia, come il bambino da zero a tre anni, attraversa inizialmente la fase della simbiosi, poi quelle della differenziazione, della sperimentazione, del riavvicinamento e di mutua interdipendenza. Il passaggio da una fase all’altra è una conquista ma, come spesso accade nei percorsi di crescita, una conquista che deriva dal superamento di una crisi, normalmente da mettere in conto.

Nella prima fase, quella della simbiosi, gli innamorati vivono un vero e proprio “delirio passionale”, tendono ad esaltare e valorizzare le somiglianze e le “cose in comune” con il partner, minimizzando invece le differenze. Ci si sente inspiegabilmente attratti, affascinati, rapiti, sia emotivamente sia intellettualmente. È la fase in cui amare l’altro significa avere “bisogno” profondo di lui e della sua presenza anche fisica.

Segue poi la fase della differenziazione, detta anche del “risveglio” in cui si comincia a percepire l’altro per quello che è realmente e si sperimenta da un lato la forte delusione per le differenze e dall’altro la gratificazione per la scoperta dell’unicità dell’altro. Questa fase può essere molto critica, e vissuta con tanta fatica, in alcuni casi, portare alla fine del rapporto, soprattutto quando uno dei due pensa e si blocca sul bisogno che l’altro cambi per aderire pienamente alle proprie aspettative o ancora il cambiamento è percepito come una minaccia grave o un peggioramento di un rapporto fino a quel momento sentito come perfetto.

La fase successiva, poi, quella della sperimentazione, vede i due partner alle prese con il bisogno di affermare se stessi all’interno della coppia, alla ricerca di una modalità che sia funzionale ad una concreta differenziazione tra il me ed il tu, senza mortificare eccessivamente il noi. Il rischio in questa fase è che si crei una certa distanza emotiva e/o rabbia reciproca, che portano a situazioni anche molto conflittuali.

Nell’ultima fase, quella del riavvicinamento e dell’interdipendenza, gli innamorati si riavvicinano per provare insieme a trovare soluzioni alle divergenze e compromessi per risolvere i problemi. In questa fase si riesce ad accettare i difetti o le specificità dell’altro senza essere arrabbiati per essi, magari riuscendo anche a leggerli con ironia e leggerezza, anche imparando ad amarli.

Nella coppia “matura” che ha in modo funzionale attraversato le criticità delle varie fasi, i confini tra l’“io”, il “tu” e il “noi” sono definiti in maniera ora più chiara. L’amore passa dall’esser percepito come realizzazione personale a spazio di reciproca realizzazione ed espressione. Ci si dedica insieme ed in modo sintonico alla relazione di coppia: non c’è più l’aspettativa che sia l’altro ad andare incontro ai propri bisogni e aspettative, ma ci si muove l’un l’altro reciprocamente andandosi incontro.

I partner, “squadra affiatata” si adoperano congiuntamente e reciprocamente, sostenendosi affinché l’altro possa raggiungere gli obiettivi per lui più importanti. La posizione dell’altro nella dimensione di autorealizzazione non è percepita più come una minaccia del “noi” di coppia.


Consigli

Conoscere se stessi: Lavorare per raggiungere una maggiore consapevolezza dei propri vissuti e aspettative riguardo la relazione con l’altro e delle modalità comunicative e relazionali che ciascuno mette in atto. Ognuno di noi acquisisce, dalla propria storia personale e familiare, un bagaglio di competenze e stili relazionali, un proprio modo di interpretare e vivere la relazione interpersonale, quindi anche il rapporto amoroso. Riuscire a mettere a fuoco il proprio “stile”, riconoscendone punti di forza e criticità è un importante passo per attraversare in modo naturale e “indolore” le diverse fasi che portano alla formazione della coppia evitando di irrigidirsi e bloccarsi in una delle fasi.

Conoscere la normale evoluzione di una relazione amorosa, consapevoli che le “crisi” hanno anche un senso sano, permette di non spaventarci di fronte alle emozioni e ai sentimenti (anche molto forti) che proviamo e che spesso non comprendiamo, come ad esempio il forte desiderio di fusione della fase simbiotica, alla rabbia della fase di differenziazione o al distacco emotivo della fase di sperimentazione.

Anche i comportamenti e le reazioni del partner, possono, in questa luce essere normalizzati ed interpretati nel giusto modo.

Imparare a vivere secondo le proprie scelte piuttosto che le aspettative e i ruoli imposti. Autonomia individuale e capacità di amare sono associate e quindi, tanto più una persona ha raggiunto la propria autonomia ed è consapevole di se stessa, tanto più è capace di entrare in intimità con l’altro rispettandone l’unicità e di vivere la coppia in pienezza.

Diventare due Sé distinti, che significa promuovere la scoperta di sé incoraggiando la crescita di entrambi, delimitando i percorsi che spettano al singolo individuo da quelli che coinvolgono la coppia, superando la tendenza a muoversi all’unisono e a funzionare come un tutt’uno. A tal proposito G.K Gilbran, ne “Il profeta”, così esorta gli sposi: “Amatevi vicendevolmente, ma il vostro amore non sia una prigione: lasciate piuttosto un mare ondoso tra le due sponde delle vostre anime […]come le corde di un liuto, che sono sole, anche se vibrano per la stessa musica”.

Non scappare alle prime difficoltà: quando si attraversa un momento di crisi, non necessariamente si deve pensare di avere sbagliato ad impostare il rapporto o addirittura, di avere sbagliato persona. Una crisi nel rapporto, come abbiamo visto, può essere uno sprone per trovare una modalità di funzionamento ad un livello più evoluto, per passare quindi ad una fase a quella successiva. L’incontro con l’altro è ricchezza nella misura in cui promuove crescita, pur attivando cambiamenti!

Non insistere a tutti i costi: naturalmente, non tutte le crisi si risolvono con un’evoluzione in positivo. Capita a volte che la coppia non riesca a trovare le risorse per fronteggiare i momenti difficili, i problemi e le incomprensioni possono diventare talmente forti e logoranti che la strada più indolore e funzionale al benessere di entrambi può sembrare quella di accettare che non si è fatti l’una per l’altro! Se sentiamo di non riuscire accettare/accogliere l’altro così com’è, nella fase del fidanzamento che ha proprio la funzione di essere un tempo di conoscenza si può scegliere di non insistere nel farsi del male, evitando il rischio di più gravi grandi e dolorose rotture dopo!




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