12 Dicembre 2015

Senza nessun potere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (17, 10-13)
Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?».
Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro».
Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

 

Il commento

Il dialogo che oggi riporta il Vangelo si situa appena dopo l’esperienza luminosa della Trasfigurazione: sul Tabor i discepoli avevano visto Mosè ed Elia che conversavano con Gesù (17,3). Essi conoscevano bene la tradizione: Elia era stato rapito in Cielo e sarebbe tornato per preparare il popolo ad accogliere il Messia. Ai loro occhi Gesù appariva indiscutibilmente come l’Inviato di Dio, questa verità è ancora più evidente dopo l’esperienza vissuta sul monte. Nasce dunque la domanda: “Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia? (17.10). Gesù conferma la tradizione rabbinica ma aggiunge che quella promessa si è già realizzata, Elia è già venuto ma il popolo non lo ha riconosciuto, anzi “hanno fatto di lui quello che hanno voluto” (17,12). L’evangelista commenta che i discepoli comprendono che parlava del Battista, morto in carcere per mano di Erode. Tutti attendevano un profeta potente ed invece Dio manda un uomo inerme che parla con voce di tuono, un uomo che sfida il potere senza avere nessun potere, se non quello della verità. Un uomo che apparentemente viene sconfitto. In realtà, proprio in questo modo, egli testimonia il volto di un Dio che viene nell’umiltà e scrive la prima pagina di una storia nuova dove la vittoria non passa più attraverso le armi e la violenza ma attraverso la parola e la carità. Una storia che ha trovato in Gesù il testimone supremo. Il martirio di Giovanni, infatti, annuncia quello del Messia. Il riferimento a Giovanni offre a Gesù l’occasione per ribadire che la sua missione si compie nella sofferenza. Un accenno che sembra contrastare con l’esperienza gloriosa che i discepoli hanno appena vissuto. Ma proprio per questo tanto più necessario per sradicare illusioni di un successo misurato secondo i nostri canoni abituali. Dio non smette di sorprendere. Oggi chiediamo la grazia di essere più vigilanti per non perdere l’appuntamento della grazia, anche quando si manifesta sub contraria specie, come amava dire Martin Lutero.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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