Briciole di Vangelo - Il commento al Vangelo di don Silvio Longobardi

15 Dicembre 2015

Nessuno è al sicuro

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (21, 28-32)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

 

Il commento

La parabola è rivolta “ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo” (21,28), cioè a coloro che ritengono di aver già risposto alla chiamata di Dio e non dubitano affatto di stare dalla parte di Dio. Nelle parole di Gesù vi è un evidente intento polemico, come appare nel commento conclusivo: “i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio” (21,31). Gesù insegna che l’iniziale disponibilità non ci mette al sicuro da errori, è necessario vigilare sempre per evitare che il pur sincero eccomi venga poi inquinato da altri interessi egoistici (interessi sempre mascherati da buone intenzioni) fino a diventare una sostanziale chiusura. “Un uomo aveva due figli” (21,28): la provocazione è presente fin dalle prima battute, nella mentalità di un israelita, infatti, vi era un solo figlio ed era il popolo d’Israele, il Figlio prediletto. “Quando Israele era giovinetto,io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio” (Os 11,1), dice il profeta Osea. Il testo evangelico continua: “Si rivolse al primo” (21,28). in greco troviamo proselthōn che significasi avvicinò. Il padre, icona di Dio, non comanda con autorità, rimanendo distante; al contrario, è un Dio che ama e perciò vuole entrare in relazione. L’autorità non si esercita restando in alto ma abbassandosi. Chissà quante volte Dio si è avvicinato ed ha parlato al nostro cuore. E noi … eravamo distratti, preoccupati da altre cose. Il Natale è l’annuncio di un Dio che si è fatto così vicino da diventare uno di noi. Un Dio che sembra nascondersi nella storia. Apriamo gli occhi. Contemplando Gesù, il “Figlio prediletto” (Mt 17,5) oggi  chiediamo la grazia di riconoscerci figli eternamente amati e, invocando lo Spirito, ci impegniamo a vivere come veri figli, sempre pronti ad accogliere con gioia la parola del Padre sapendo che nella sua volontà sta la nostra pace.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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1 risposta su “Nessuno è al sicuro”

Ben arrivato don Silvio a lisieux. Prega per tutti noi e dona da parte mia un abbraccio ai giovani che sono con te.

L’autorità non si esercita restando in alto ma abbassandosi

L’aria è fredda. Un nuovo Natale è alle porte. Questa sera parlando con una commessa in un negozio mentre facevo la spesa mi ha espresso la sua profonda tristezza pensando al Natale, a lei si è aggiunto l’accorato coro di altre persone che vivevano situazioni non serene.Tra un sacchetto della spesa e un altro cercando di non dimenticare niente ascolto con attenzione le confidenze che all’ improvviso mi vengono fatte. Sembra che quando vengono a mancare equilibri affettivi e persone care le feste perdono la loro “autenticità” e non si vivono più con le stesse aspettative. Natale è la festa dell’uomo, Nasce l’uomo, il bambino adagiato nella mangiatoia è perfettamente in grado di capire i nostri stati d’animo, egli ci capisce e ci invita a non perderci d’animo, ma a fare delle stesse circostanze difficili nelle quali ci troviamo, l’occasione di riuscita interiore da cui dipende il nostro futuro. Questo è il messaggio più vero del Natale. Cristo che nasce per invitare a rinascere ogni essere umano.Ma spesso come Gesù ci fa notare nessuno è al sicuro da errori ed è necessario vigilare sempre per entrare in relazione con Dio e per non perderci negli aspetti esteriori e consumistici della festa, rischiando di svuotarla del suo significato vero,volendola vivere solo come espressione di gioia interiore e facendo di essa l’unica ragione d’essere. Il Natale ci reca l’annuncio, Dio ha deciso di superare le distanze, di accostarsi a noi, fino a far sua la nostra vita, fino a farsi nostro fratello. Apriamo gli occhi. Contemplando Gesù, il “Figlio prediletto” (Mt 17,5) chiediamo la grazia di riconoscerci figli eternamente amati e, invocando lo Spirito, ci impegniamo a vivere come veri figli, sempre pronti ad accogliere con gioia la parola del Padre sapendo che nella sua volontà sta la nostra pace.

Con affetto

Elisa

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