Briciole di Vangelo - Il commento al Vangelo di don Silvio Longobardi

19 Dicembre 2015

L’ostinata fedeltà di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (1, 5-25) 
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

 

Il commento

Erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore” (1,6). Il Vangelo di Luca inizia nel Tempio e da una coppia, Zaccaria ed Elisabetta, immagine di un popolo che osserva scrupolosamente tutte le leggi del Signore; la sterilità del grembo è un’icona che l’alleanza non è ancora compiuta. Zaccaria ed Elisabetta sperimentano che la fecondità della carne è frutto dell’intervento di Dio. Allo stesso modo, non possiamo pretendere di costruire una storia degna di Dio con le nostre forze, abbiamo bisogno della grazia che Dio dona attraverso il Figlio. “Erano avanti negli anni” (1,7): questa frase fotografa non solo l’umana vicenda di questi due sposi ma anche la nostra umanità. La storia sembra camminare per sentieri che non riservano più alcuna novità. Ma ecco che Dio interviene, entra nella vita di quella coppia, ormai stanca di attendere, e dona una parola di speranza: “tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni” (1,13). Quella Parola resta a mezz’aria, non trova accoglienza perché Zaccaria non attende più nulla dalla vita: “Io sono vecchio e mia moglie avanzata negli anni” (1,18). L’attesa è stata ormai soffocata. L’intervento di Dio turba e sorprende ma non smuove una fede sclerotizzata. Dio viene quando vuole ed apre nuovi orizzonti, a volte imprevedibili. La storia della salvezza inizia con l’incredulità del sacerdote: proprio lui, che più degli altri, aveva confidenza con il Mistero, si trova spiazzato. Dio lo raggiunge quando si trova nel luogo più sacro della Santa Dimora, dove pochi avevano il privilegio di entrare. E tuttavia, la mancanza di fede gli impedisce di accogliere la Parola dell’angelo. Si trova dentro la casa di Dio ma non è pronto ad entrare nella storia di Dio. Un ammonimento per tutti. L’angelo gli annuncia che Dio non si ferma alla sua incredulità e, per sua misericordia, realizzerà ciò che ha promesso (1,20). La storia della salvezza è il frutto dell’ostinata fedeltà di Dio.

Ti ringraziamo, o Padre, per questa Parola che c’invita ad accogliere il lieto annuncio che Tu semini nella nostra vita. Dona anche a noi, come a Zaccaria ed Elisabetta, di sperimentare una nuova e imprevista fecondità che nasce dall’accoglienza del Tuo Spirito che fa nuove tutte le cose.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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