CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

“Quando cantavo, lei cantava con me…”

4 Gennaio 2016

Zelia e Teresa

“Quando la portava in seno, ho notato una cosa che non è mai accaduta per gli altri miei figli: quando cantavo, lei cantava con me”, così Zelia Guerin Martin parla della sua Teresa ancora neonata. La lettera di quest’oggi è un augurio a tutte le mamme in attesa.

La lettera che oggi pubblichiamo viene da lontano, arriva da Alençon, è Zelia Guérin che scrive, subito dopo la nascita di Teresa, l’ultima di nove figli. Una lettera che appartiene ad un’altra epoca eppure … quando si parla di maternità, gli anni sembrano meno lontani, forse perché uguale è lo stupore di una mamma dinanzi al mistero della vita. Teresa nasce il 2 gennaio e viene battezzata due giorni dopo. La prima lettera che oggi riportiamo è stata scritta il 3 gennaio, il giorno dopo il parto! Ha lavorato fino all’ultimo. E subito dopo la troviamo all’opera. Non c’è che dire, questo dettaglio offre l’immagine di una donna forte e abituata alla fatica, una donna che subito riprende il suo posto nella vita familiare. Teresa, l’ultima figlia, sarà il fiore più bello della famiglia Martin. Sospinta dalla grazia e dalla testimonianza dei genitori farà della sua vita una “corsa di gigante”. Zelia morirà quattro anni dopo, troppo pochi per vedere crescere quella bambina che sorride fin dalle prime ore della sua vita. Ma abbastanza per imprimere nel cuore della sua creatura un amore che il tempo non potrà cancellare. Questa lettera è un augurio per tutte le mamme che attendono la vita e che nel corso di quest’anno daranno alla luce la loro creatura. Le affidiamo all’intercessione dei santi Luigi e Zelia Martin.

 

3 gennaio 1873

La mia figlioletta è nata ieri, giovedì alle undici e mezzo di sera. È molto forte e sana. Mi dicono che pesa otto libbre, anche se facciamo sei, non c’è male: pare molto graziosa. Sono contentissima, tuttavia al primo momento sono rimasta sorpresa perché aspettavo di avere un maschio. Mi ero immaginata questo due mesi, perché la sentivo molto più forte degli altri miei bambini. Non ho sofferto molto che per una mezz’ora; quello che ho sentito prima non è da contare. Sarà battezzata domani, sabato: non mancherete che tutti voi per rendere la festa completa. Maria sarà la madrina, con un maschietto come padrino che ha la sua età. […] A presto una lettera più lunga, oggi non posso scrivere di più.

 

16 gennaio 1873

… ora sono del tutto ristabilita, anche la piccina sta bene e prometta di essere molto robusta, solo che non oso contarci perché ho sempre paura dell’enterite.

Avevo cominciato ad allattarla e, temendo che non bastasse, ho voluto farmi aiutare dal poppatoio. È andata benissimo fino a domenica, ma il famoso poppatoio ha rovinato tutto: è stato impossibile farla attaccare al seno. Ho impiegato tutti i mezzi, l’ho lasciata digiunare, ma ha strillato da fare pietà e sono stata costretta a cedere. Beve perfettamente. Le do dell’acqua panata con metà latte, questo è tutto il suo nutrimento e sono decisa a non darle altro per tre o quattro mesi. Quando tenterò di farla mangiare, pregherò lei di dirmi quale nutrimento dava alle sue figliolette per cominciare.

La piccina non è difficile durante il giorno, ma la notte ci fa spesso pagare cara la sua buona giornata. Ieri sera l’ho tenuta in braccia fino alle undici e mezzo e non ne potevo più dalla stanchezza; dopo fortunatamente non ha fatto che dormire.

Questa bambina si chiama Teresa come l’ultima mia piccina; tutti mi dicono che è bella. Sorride di già. Me ne sono accorta per la prima volta martedì. Ho creduto di sbagliare, ma ieri il dubbio non era più possibile; mi ha guardata molto attentamente, poi mi ha fatto un sorriso delizioso. Quando la portava in seno, ho notato una cosa che non è mai accaduta per gli altri miei figli: quando cantavo, lei cantava con me… Lo confido a lei; nessuno ci potrebbe credere.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

1 risposta su ““Quando cantavo, lei cantava con me…””

Dolcissima e toccante questa immagine di vita famigliare che racconta di quei primi intensi momenti di condivisioni e di emozioni tra una mamma e una figlia…quando nasce quel rapporto unico e indelebile unito da un sottile cordone ombelicale che mai nessuno spezzerà. “Quando cantavo, lei cantava con me…” come dire, ti riconosco sei la mia mamma quella che mi ha amato da subito senza vedermi e che mi ha gelosamente custodita dentro sè; quella che ha aspettato contando i giorni e i mesi per abbracciarmi. Teresa, la più bella delle figlie di Luigi e Zelia con il suo sorriso già illumina di sole le persone che la circondano. La sua breve vita è stata tutta un canto,un inno all’ amore e un continuo ringraziamento a Dio Creatore.
Grazie don Silvio, per aver condiviso questa tenere scena di vita domestica che rammenta un po’a noi donne-madri quella che è stata la nostra esperienza più bella e più difficile: diventare mamme

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.