Riconciliazione familiare

Perdonare in famiglia: una storia per vincere imbarazzo e paure…

Riconciliazione familiare

di Alfredo Cretella

La riconciliazione familiare, una grande occasione di crescita spirituale per l’intera famiglia. Ma come viverla senza scardinare il ruolo genitoriale? Nell’anno giubilare dobbiamo insegnare ai nostri figli a donare il perdono ma anche a chiederlo. Come riuscire a coinvolgerli in maniera limpida e senza mascheramenti di sorta? Ecco quindi l’esperienza di una famiglia che ci fa dono del suo vissuto.

Quando diversi anni or sono i nostri catechisti ci parlarono della liturgia di riconciliazione coniugale e familiare, io e mia moglie accogliemmo la proposta con un po’ d’istintiva ritrosia, suscitata probabilmente dalla necessità di mettere a nudo reciprocamente le nostre anime e dalla difficoltà di farlo in un contesto, non facile. Sì, perché il fatto che alla liturgia avrebbero dovuto partecipare attivamente anche i nostri figli, non ci aiutava affatto.

È difficile ammettere, anzitutto a noi stessi, che temiamo più di tutti forse proprio il giudizio dei nostri figli, verso i quali siamo sempre molto più fragili di quanto siamo disposti a pensare. In realtà, la liturgia non prevedeva e non prevede affatto una sorta di processo vicendevole, durante il quale vengono esposti gli errori dell’altro; al contrario, invece, la liturgia prevede un serio, ed autentico esame di coscienza, che ogni membro della famiglia, dopo aver collettivamente invocato lo Spirito Santo, deve fare, prima a titolo personale e poi comunitario. Ci si aiuta, in un clima di sincera e completa contrizione, a chiedere perdono all’altro di tutti gli errori e le mancanze di cui ci è resi autori, nell’arco dell’intero anno.

In genere comincio io, o mia moglie, anche perché i ragazzi avvertono ancora più fortemente la sopra accennata ritrosia, ed hanno quasi paura di aprire il loro cuore e di parlare. Personalmente, all’inizio mi viene quasi un groppo in gola e pare che non venga niente da dire; poi le parole vengono fuori in maniera assolutamente spontanea e il timore di essere giudicati diventa recessivo, rispetto al desiderio di scusarsi e di ricevere il perdono dell’altro.

Ciò che maggiormente mi ha stupito, sin dalla prima liturgia, è l’assoluta attenzione e serietà con cui i nostri figli hanno partecipato a questa  esperienza liturgica domestica: il vederci così emozionati e quasi indifesi nell’esporre le nostre miserie li ha all’inizio un po’ sconcertati, o quanto meno imbarazzati, poi, incassato il colpo, si sono messi subito sulla stessa lunghezza d’onda, aprendo il loro cuore e mettendo in comune con noi i loro peccati, condendoli con pensieri personali molto belli, mai banali, espressione di una maturità che in molti altri casi pare che manchi e che invece comincia a fiorire, seppur ancora ad un livello larvale.

I ragazzi hanno sempre ascoltato le nostre richieste di perdono, spesso abbassando lo sguardo, quasi vergognandosi, come dinanzi alla profanazione di un tempio sacro: il papà e la mamma che dicono di aver sbagliato, che rivelano nella loro nudità di esseri fallibili, bisognosi come tutti del perdono del Padre. A tal riguardo, non nascondo le mie iniziali perplessità, dal punto di vista pedagogico, di tale esperienza, conscio del fatto che ai propri figli è sempre molto rischioso rivelare la propria fragilità. Poi, però, mi sono ricreduto, anche alla luce della reazione che i nostri pargoli hanno avuto.

Penso, infatti, che abbiano perfettamente capito il senso di ciò che stavamo facendo; che quella esperienza cioè è una sorta di zona franca, dove non valgono le normali regole gerarchiche e di autorità, che in una famiglia debbono pur esserci. Noi genitori e loro figli, facendo l’esperienza insieme, abbiamo compreso che nella reciproca richiesta di perdono, ci eravamo per un momento spogliati dei rispettivi ruoli, per metterci, tutti quanti alla stessa stregua, innanzi alla fonte unica e primigenia del perdono, che è Dio Padre.

Questa esperienza, quindi, se da una parte ha contribuito e contribuisce, ogni volta, fortemente a dare una luce diversa e più intimistica del ruolo genitoriale, lo fa a tutto vantaggio della pedagogia di Dio, il cui primo comandamento, che qualche volta pure tendiamo a dimenticare, è “Io sono il Signore Dio Tuo”. Far comprendere ai propri figli, una volta in più se necessario, che l’unico riferimento certo e sicuro del loro cammino è Lui, essendo qualsiasi altro, comunque in qualche modo fallace (genitori compresi), è di certo la lezione più importante che un genitore possa compiere e fare in loro favore.

Se a questo poi aggiungiamo il fatto che la liturgia della riconciliazione domestica assume anche per noi adulti una grande funzione catartica, perché ci fa rivelare nel nostro intimo, senza infingimenti di sorta, concludo che la stessa va sicuramente ripetuta e arricchita nel tempo con le diverse sensibilità dei vari componenti della famiglia; in questo, è certo, un ruolo determinante lo avremo sempre noi genitori, che facendo da apripista, decideremo indirettamente il tono e l’intensità dell’esperienza stessa, facendo sì che possa essere quella per cui è stata pensata: una grande occasione di crescita spirituale per l’intera famiglia.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

3 risposte su “Perdonare in famiglia: una storia per vincere imbarazzo e paure…”

Caro Simone, la liturgia della riconciliazione familiare si trova all’interno di un testo che abbiamo pubblicato: “Pregare in famiglia. Celebrazioni in preparazione ai Sacramenti dell’iniziazione cristiana” che può trovare nella nostra libreria on line all’interno del sito. Grazie dell’attenzione e un buon inizio anno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.