Briciole di Vangelo - Il commento al Vangelo di don Silvio Longobardi

11 Gennaio 2016

Gesù non vuole stare da solo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,14-20)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. Subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Il commento

“Gesù si recò nella Galilea …” (1,14); “Passando lungo il mare” (1,16); “Andando un poco oltre” (1,19). Nel racconto evangelico Gesù appare come l’unico protagonista, è Lui che domina la scena, è Lui solo che parla. Non può rimanere in disparte, egli è venuto per imprimere una svolta alla storia: cammina e fa camminare, parla e scuote dal torpore, chiama e coinvolge. Tutti gli evangelisti pongono la chiamata dei discepoli nelle prime pagine del racconto, senza di loro Gesù non può iniziare la sua missione. Gesù non ama stare da solo, ha bisogno di uomini che condividano la sua esperienza. “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini” (1,17). Questo primo gruppo è icona della Chiesa. Gesù non è venuto semplicemente per seminare una parola nei solchi della storia ma per dare vita ad un popolo che lungo i secoli, e fino al compimento, continui a portare l’annuncio della misericordia per ogni uomo. Per questo il Vangelo comincia con la chiamata dei discepoli e si conclude con il mandato: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15). Chi si incontra con Cristo non può rimanere indifferente, deve compiere una scelta. Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, secondo la narrazione di Marco, sono i primi a seguirlo, accettano la sfida, lasciano la storia in cui sono cresciuti e si mettono in cammino. Non sanno dove andranno né cosa faranno. Gesù ha detto semplicemente: “Venite dietro a me” (1,17). In queste parole non c’è solo la premessa ma tutta la proposta della fede, essere cristiani in fondo significa stare con Cristo. Gesù non vuole stare da solo perché vuole coinvolgere l’umanità in questa straordinaria avventura che si chiama storia di salvezza. D’altra parte, noi non possiamo stare da soli perché non siamo capaci di trovare la strada né siamo capaci di seminare quella gioia che il mondo attende. Oggi preghiamo perché tutta la Chiesa, e ciascuno battezzato, custodisca fedelmente il desiderio missionario di Teresa di Lisieux: “vorrei al tempo annunciare il Vangelo nelle cinque parti del mondo e fino nelle isole più lontane… Vorrei essere missionaria non solo per qualche anno, ma vorrei esserlo stata dalla creazione del mondo ed esserlo fino alla consumazione dei secoli…” (Ms B 2v).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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