Briciole di Vangelo - Il commento al Vangelo di don Silvio Longobardi

14 Gennaio 2016

L’amore annulla ogni distanza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 1,40-45)
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito, la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.
E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».
Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Il commento

Il racconto evangelico inizia presentando l’iniziativa del lebbroso: “Venne da lui [pròs autòn] un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio” (1,40). Il lebbroso si accosta a Gesù, la legge gli impediva di avvicinarsi, era necessario evitare ogni contatto ravvicinato. La lebbra incuteva paura, non era una malattia come le altre, la gravità del male era accompagnata dalla concreta possibilità del contagio. Contro questa eventualità la società non aveva altra difesa che quella di allontanare il lebbroso. Questi malati dunque erano colpiti da una duplice sventura: al male che consumava il corpo, si aggiungeva l’emarginazione sociale e, di conseguenza, l’impossibilità di partecipare alla vita cultuale della comunità. Se ogni malattia era vista come un castigo di Dio, la lebbra lo era in modo tutto particolare. È ovvio che il lebbroso che incontra Gesù, resta a debita distanza, come prescrive la Legge. Ma il Rabbi di Nazaret non ama la distanza. L’evangelista descrive la scena con pochi ma efficaci verbi: “Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse” (1,41). È Gesù che si avvicina. L’amore annulla le distanze e crea sempre la prossimità. Ci sono quelli che fanno un favore rimanendo distanti, dall’alto della loro autorità, come benefattori. Ma vi sono anche quelli che vivono la carità come incontro fraterno, ponendosi accanto. E poi vi sono quelli che si mettono al di sotto, come fa Gesù quando si china e lava i piedi. Il Rabbì non solo si avvicina e lo guarda negli occhi. Ma tocca quel corpo che fa paura solo al vederlo. L’amore vince ogni timore, annuncia l’apostolo Giovanni (1Gv 4,18). Penso a Maria Bonino, medico pediatra, che ha scelto di condividere la sua vita con i più poveri ed è morta perché ha scelto di non abbandonare i bambini che lei curava, in una delle lande dimenticate dell’Africa. Non ha perso la sua battaglia. E non la perdono coloro che sono capaci di fare della carità non una bandiera da sventolare ma un panno per asciugare le lacrime dei poveri e dei malati. Oggi chiediamo la grazia di accostarci con umiltà ad una persona ammalata o sola.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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