Briciole di Vangelo - Il commento al Vangelo di don Silvio Longobardi

26 Gennaio 2016

Un Maestro esigente

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

Il commento

Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due” (10,1). Timoteo e Tito sono stati i più fedeli discepoli dell’apostolo Paolo, lo hanno accompagnato e aiutato nei viaggi missionari, hanno partecipato attivamente all’opera di evangelizzazione. La missione dei Settantadue discepoli, che oggi riporta il Vangelo, ricorda che “ad ogni discepolo di Cristo incombe il dovere di diffondere, per parte sua, la fede” (Lumen gentium, 17). Ogni discepolo deve sentirsi missionario e deve essere sempre pronto a testimoniare la sua fede, in ogni circostanza e senza paura. Il Signore non si stanca di chiamare e di inviare. Gesù non illude i discepoli con false promesse, anzi annuncia che incontreranno grandi e gravi difficoltà, anche la morte: “vi mando come agnelli in mezzo a lupi” (10,3). In genere, i lupi non sono disposti a dialogare con gli agnelli. Gesù non promette la gloria ma la croce. Non c’è che dire, è un Maestro esigente. Chiede tutto. Le persecuzioni che i cristiani incontrano ci rattristano ma confermano la parola di Gesù. Non dobbiamo dunque stupirci ma prepararci ad affrontarle. Nelle parole di Gesù intravediamo l’orizzonte del martirio ma anche la gioia di partecipare alla stessa sorte del Maestro: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20). L’unico titolo di onore che dobbiamo chiedere è quello della croce, l’unica gloria che dobbiamo cercare è quella della carità. L’unica meta che dobbiamo perseguire è la gioia del Paradiso. Sono parole antiche che dobbiamo saper dire in modo nuovo. Teresa di Lisieux aveva scelto il Carmelo ma da quella “montagna” partecipava attivamente alla missione della Chiesa. Scriveva a p. Roulland, che si preparava a partire per la missione: “Come Giosuè, lei combatte nella pianura; io sono il suo piccolo Mosè e, incessantemente, il mio cuore è rivolto verso il Cielo per ottenere la vittoria” (L 201, 24 febbraio 1895). Oggi chiediamo la grazia di non tirarci indietro se la missione richiede qualche fatica o se ci fa incontrare qualche opposizione. E preghiamo per i cristiani perseguitati perché non manchi loro la gioia della fedeltà.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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