Briciole di Vangelo - Il commento al Vangelo di don Silvio Longobardi

27 Gennaio 2016

La lista dei buoni e dei cattivi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,1-20)
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva.
Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».

Il commento

Ecco, il seminatore uscì a seminare” (4,3). Questo insegnamento viene giustamente ricordato come la “parabola del seminatore”, dobbiamo leggere questa parabola anzitutto a partire da colui che semina la parola. Solo in un secondo momento leggerla nella prospettiva del terreno. Il seminatore appare come un contadino poco avveduto, un po’ sciupone, uno che non conosce il suo mestiere. Un buon contadino, infatti, non getta il seme in qualsiasi luogo, ma seleziona e prepara il terreno per accogliere il seme. Gesù usa un’immagine che appartiene alla vita ordinaria e ben comprensibile ai suoi ascoltatori. Ma proprio per questo tutti sanno che il seminatore della parabola non corrisponde in nulla alla realtà del contadino. In realtà questa è l’immagine di Dio: un Dio che semina sempre e ovunque, non perde mai la fiducia che quella parola seminata possa portare frutto, non importa quali sono le condizioni di partenza. Un’immagine così diversa da quella che noi abbiamo di Dio. E così diversa dal nostro modo abituale di vivere. Un Dio sprecone, forse, ma per amore, un Dio che non abbandona nessuno e semina anche in quei terreni che ai nostri occhi appaiono aridi e infruttuosi. Un Dio che ama. Noi siamo portati a pensare che esiste il terreno buono e quello cattivo. Il Signore, invece, che conosce bene il cuore dell’uomo, sa che il terreno può diventare buono o cattivo nella misura in cui accoglie o rifiuta la parola. Senza la Parola il terreno resta infruttuoso, non potrà mai portare frutto, non quel frutto che Dio attende. La Chiesa non ha ricevuto il compito di stilare la lista di buoni e cattivi ma ha la missione di seminare la Parola. Sempre e ovunque. E deve farlo con la stessa passione di Dio. Evitiamo perciò ogni forma di calcolo e mettiamo da parte quella pigrizia che nasce dalla rassegnazione. Ogni giorno è una pagina nuova della storia e ogni giorno dobbiamo ricominciare a scrivere: “E il già detto è ancora / da ridire, o Qohelet: / mai la stessa onda si riversa / nel mare e mai / la stessa luce si alza sulla rosa / né giunge all’alba / che tu non sia / già altro!” (David Maria Turoldo, O Qohelet).



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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