Briciole di Vangelo - Il commento al Vangelo di don Silvio Longobardi

2 Febbraio 2016

Un amore geloso e fedele

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,22-40)
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Il commento

Une delle figure del racconto lucano è Anna, Luca la presenta come una profetessa e la descrive così: “Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere” (2,37). L’anziana donna è immagine di quell’Israele che attende con perseverante fedeltà la redenzione. La preghiera riempie il giorno e la notte, è il respiro dell’esistenza. E tutto questo si svolge nella cornice sacra del Tempio, cioè nel luogo che Dio custodiva con amore geloso. Inaugurando il Tempio Salomone aveva pregato così: “Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa” (1Re 8,29). Nel cammino verso la terra promessa, Dio accompagna i passi d’Israele con amore fedele, giorno e notte: “Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte” (Es 13,22). Il cuore del credente è sempre rivolto a Dio, come leggiamo nel libro di Giosia: “Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma mèditalo giorno e notte” (Gs 1,8). La profetessa Anna incarna dunque la spiritualità d’Israele. Essa è immagine di quelle sentinelle di cui parla il profeta: “Sulle tue mura, Gerusalemme, ho posto sentinelle; per tutto il giorno e tutta la notte non taceranno mai” (Is 62,6). Le sentinellevegliano giorno e notte per difendere il popolo dei nemici, Anna resta vigilante per accogliere la luce perché ella sa che Dio non tarderà a manifestare la consolazione d’Israele. All’amore geloso di Dio, che accompagna il cammino del suo popolo, corrisponde l’amore fedele di Anna che attende la luce. Attendere è la cosa più difficile. Può attendere solo chi ama ed ha maturato l’intima la certezza che Dio non mancherà all’appuntamento. Oggi chiediamo la grazia di avere, come Teresa di Lisieux, una “cieca speranza” nella misericordia di Dio (L 197). E innalziamo una preghiera speciale per i consacrati perché, vivendo di Dio e donandosi a Dio con totalità di cuore, sappiano testimoniare che tutto nasce da Lui e trova in Lui il compimento.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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