Briciole di Vangelo - Il commento al Vangelo di don Silvio Longobardi

6 Febbraio 2016

Nel silenzio le opere più grandi

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-34)
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Il commento

Mc 6, 30-34 – La morte di Giovanni Battista è un evento che impone una riflessione, gli eventi si susseguono con ritmo incalzante, i discepoli tornano dalla missione carichi di gioia ma anche di domande (6,30), la gente assedia la comunità apostolica e non lascia nemmeno il tempo di mangiare (6,31). Gesù chiede ai discepoli una sosta: “Venite in disparte [kat’idían], in un luogo solitario, e riposatevi” (6,31). Non è solo una pur doverosa sosta nella fatica quotidiana ma una precisa regola di vita. Gesù parla e opera dovunque: lungo il mare, nelle piazze, nelle sinagoghe. Ma spesso lo vediamo “in disparte”. Ci sono parole che dice ai discepoli solo quando sono appartati; e miracoli che compie solo lontano dalla folla. Quando gli portano il sordomuto Gesù se ne va con lui in disparte (Mc 7, 33); sul Tabor si trasfigura davanti a pochi discepoli (Mc 9,2). Gesù non è ammalato di protagonismo e non cerca gli applausi. Al contrario, nel silenzio e nell’intimità egli compie le opere più grandi. Nel silenzio egli parla al cuore e istruisce interiormente, risana le ferite più intime, quelle che non abbiamo confessato a nessuno e che spesso cerchiamo di nascondere anche a noi stessi. Il silenzio è un correttivo alla vita frenetica e all’ansia di protagonismo. Dobbiamo imparare a stare in mezzo alla gente per servire con amore ma dobbiamo anche imparare a camminare per i sentieri solitari, dove possiamo incontrare quel Dio che riempie di amore la nostra vita. Sono due aspetti complementari di una stessa esperienza di fede. A condizione di non dimenticare che tutto inizia dall’incontro personale con Dio. Il silenzio è la “porta del talamo nuziale”, è la premessa per vivere tutto in compagnia di Dio. Chi non sa rimanere in silenzio, dinanzi a Dio, non potrà neppure stare in mezzo agli altri in nome di Dio. Chi non accoglie e medita la Parola, non potrà donare agli altri parole luminose. Oggi chiediamo la grazia di custodire con cura i tempi di silenzio non solo per gustare la presenza di Dio ma anche per ritrovare se stessi.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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