Briciole di Vangelo - Il commento al Vangelo di don Silvio Longobardi

8 Febbraio 2016

Vincere con eroica carità

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,53-56)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono.
Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

Il commento

Dopo il miracolo dei pani (Mc 6, 35-44) e la fuga nella notte (6, 45-52), Gesù e i discepoli sbarcano a Gennèsaret, non appena scendono si trovano circondati da tanta gente: “cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse” (6,54). Questa anonima folla di infermi è l’immagine più tangibile del male che accompagna la storia dell’umanità. La melodia della creazione è stata interrotta bruscamente dal peccato. La bellezza delle origini deformata, il cosmos è attaccato dal chaos. L’uomo appare prigioniero del male e sembra sul punto di cadere in una fossa che lui stesso ha costruito. Un’immagine drammatica ma sempre attuale se pensiamo ai conflitti che, ovunque nel mondo, portano morte e distruzione. In mezzo a questa folla Gesù è come una luce: tutti vogliono essere guariti del  male che consuma il corpo: “E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello” (6,56). E Lui, il Figlio di Dio, immagine dell’amore misericordioso del Padre, non allontana nessuno. Anzi permette a tutti di toccarlo, in fondo è venuto proprio per  liberare l’uomo dal male che lo assedia. In questo modo ristabilisce l’armonia e riporta l’uomo alla sua originaria dignità. È questa la missione della Chiesa lungo i secoli: combattere il peccato che genera il male e vincere con eroica carità l’indigenza che impedisce all’uomo di manifestare quell’immagine che Dio ha scritto nel suo cuore. Siamo tutti malati, cioè affetti dal male e infermi a causa del peccato. E tutti abbiamo bisogno di sperimentare la misericordia di Dio. Corriamo anche noi verso Gesù. Anche noi possiamo incontrarlo e toccarlo, proprio come la gente di duemila anni fa: possiamo chiedere il Perdono che sana le ferite che impediscono di amare; e possiamo ricevere il Pane della vita che riempie di gioia e di luce. Sono queste cose antiche che vestono di novità la nostra vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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1 risposta su “Vincere con eroica carità”

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