CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Sofferenze, incertezze, paure… Mamme, insegnateci a sperare!

15 Febbraio 2016

“Ogni bambino è come lo scrigno del futuro”. In questa lettera don Silvio scrive ad una mamma che ha appena affrontato le fatiche del parto e la invita a guardare oltre la sofferenza, la luce della speranza.

Cara Giovanna,

non appena è venuta alla luce questa bambina è stata subito affidata alla grazia di Dio, nel giorno stesso della sua nascita io ho celebrato una Messa per lei. Da quando Isaia ha presentato la venuta del Messia con l’immagine del germoglio possiamo dire che in ogni germoglio noi vediamo l’annuncio della pienezza: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici” (Is 11,1). Ogni bambino è come lo scrigno del futuro. Quando tu la prendi tra le braccia non puoi fare a meno di pensare alla sua vita, al progetto che Dio ha già scritto nel suo cuore. Lo sguardo ai figli è impregnato di futuro. È sempre bello richiamare le parole di Gibran: “Potete custodire i loro corpi, ma non le anime loro, / poiché abitano case future, che neppure in sogno potrete visitare”. Ma tutto questo è possibile perché voi avete detto sì alla vita, perché avete avuto il coraggio di gettare ancora una volta la rete. Il sì dell’oggi è il mattone che costruisce il futuro.

Hai sofferto le doglie del parto? Hai partecipato al dolore del mondo. «Dobbiamo vivere questo travaglio della crisi economica vivendola come la donna che sta per partorire, con partecipazione intensa e totale», ha detto Angelo Scola [cardinale Scola, ndr] in una recente intervista. Il tuo parto è il microcosmo in cui si riflette un passaggio epocale. Molti si lamentano perché vedono solo il negativo, non hanno occhi di speranza. Voi mamme insegnate la speranza del parto, dite al mondo che la sofferenza è un passaggio ineliminabile della vita di tutti e di ciascuno. “Dal modo con cui affronterete la sofferenza vi riconosceranno”, vorrei dire parafrasando il Vangelo.

Ho poi saputo che avete scelto il nome di Maria Lucia. Maria non è la luce ma annuncia la luce, è come l’alba, è l’aurora del mondo nuovo. Lucia è un nome legato alla vita. È la prima parola che Dio pronuncia: “Fiat lux”. “E luce fu” (Gen 1,3). È il primo segno di vita. Il primo passo della grande avventura. Secondo alcuni testimoni le ultime parole pronunciate da Goethe furono: “Più luce! Più luce!”. Prima parola, luce è anche l’ultima parola. Quando si nasce si viene alla luce. Si muore per entrare nella luce che non si spegne. Grazie per questo nome, antico e sempre bello.

Condivido la tua gioia dal profondo del cuore. Sono con te. Ti affido alla santa Vergine e Le chiedo di insegnare anche a te, come ha fatto con Zelia, la grazia di allevare i figli per il Cielo. È lì che un giorno tutti ci incontreremo.

Don Silvio




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