Quaresima in famiglia

18 febbraio 2016

18 Febbraio 2016

Piccoli come bambini

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,7-12)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».

Il commento

Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (7,7). Gesù non suggerisce di essere figli capricciosi e pretenziosi, l’autentica preghiera non può essere inquinata da pretese egoistiche. Egli insegna piuttosto a pregare in ogni necessità, con la più umile e totale fiducia consegnando a Dio le attese e le preoccupazioni. La preghiera spezza ogni velleità e ogni presunzione dell’uomo. La cultura che respiriamo ci ha abituati a fare, a volte pensando di poter risolvere tutti i problemi. Quando prega, invece, l’uomo esprime la coscienza della propria debolezza, si presenta come una creatura che conosce i limiti della condizione umana e chiede a Dio di intervenire e di dare la luce necessaria per capire le scelte da fare. La preghiera esprime, nella forma più alta, la coscienza della finitudine. Per questo, quando si trova nella sofferenza, quando si sente accerchiato dal dolore, l’uomo è istintivamente portato a pregare. La preghiera rivela dunque il nostro essere creatura e ci pone in relazione con il Creatore, ci fa scoprire il volto di Dio, il suo essere Padre e la sua disponibilità a dare cose buone a quelli che chiedono. La preghiera deve rimanere un’umile invocazione, ogni forma di pretesa inquina la preghiera e la distoglie dalla sua naturale destinazione. Pretendere è come voler piegare Dio ai propri desideri, in questo caso l’io rimane al centro, anzi si gonfia in modo smisurato. Pregare, invece, significa riconoscere che Dio è il principio di ogni bene, la sorgente sempre viva dell’amore. La Vergine di Nazaret ci insegna a cantare che Dio solo è onnipotente e Lui solo può fare grandi cose (Lc 1,49). Teresa di Lisieux ha scoperto che quanto più siamo piccoli tanto Dio si prende cura di noi. Scrive nel terzo manoscritto: “non ho bisogno di crescere, anzi bisogna che io resti piccola (23), che lo diventi sempre di più” (Ms C 3r). Oggi chiediamo la grazia di pregare con maggiore fiducia sapendo che il buon Dio non farà mancare ciò di cui abbiamo bisogno per crescere nella fede e nell’amore.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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