Giubileo della Misericordia

Riconoscere i propri errori, può sembrare facile, in realtà non lo è, perché ammettere di aver sbagliato richiede umiltà e coraggio

matrimonio

di Milena e Domenico

Chiedere ed offrire il dono della riconciliazione rappresenta uno dei momenti più intensi e più veri della vita familiare perché – come racconta una coppia di Pescara – può riaprire la strada alla riscoperta dell’amore coniugale.

Siamo Milena e Domenico Troiani di 44 e 45 anni, sposati dal 1987 e genitori di Emanuela e Martina. Svolgiamo entrambi un lavoro impiegatizio ed abitiamo a Pescara. Dopo un periodo d’assestamento di coppia, abbiamo avvertito subito la necessità di fare qualcosa che ci aiutasse a crescere e a confrontarci in maniera più forte. Per natura siamo entrambi molto caparbi e sicuri di sé, ciò inevitabilmente ci rende anche orgogliosi. Questo aspetto del carattere ci ha da sempre ostacolato nel vivere  serenamente il perdono, soprattutto quello che ognuno di noi deve dare a se stesso quando, a causa dei nostri limiti, commettiamo degli errori che non accettiamo. Infatti, questa tendenza a voler “bastare a se stessi” ci porta ad accettare mal volentieri i nostri sbagli e/o peccati, ma quel che è peggio tende ad estromettere Dio dalla vita quotidiana, nel senso che si ha la tentazione di poter e saper risolvere ogni situazione con le proprie forze.

Col tempo però, attraverso le esperienze di vita ed il cammino di fede, abbiamo sperimentato l’immensa misericordia di Dio che  ci ha aiutato a risollevarci anche dopo le cadute più gravi. Proprio nei momenti di debolezza  e di fragilità, abbiamo sperimentato il Suo amore, sempre pronto a riaccoglierci e riabbracciarci ogni volta, attraverso le persone a noi più vicine, come il coniuge e/o i familiari.

Facciamo qualche esempio concreto: alcune volte io, Domenico, spinto dall’orgoglio, ho voluto far prevalere le mie ragioni usando tutte le strategie possibili, comprese alcune forme di strumentalizzazione e ricatto. Invece Milena doveva sopportare i miei ingiustificati e repentini cambi di umore (causati dal lavoro e quant’altro) che forse la facevano persino dubitare  dei miei sentimenti nei suoi confronti. Lei, come un angelo mandato dal cielo, con pazienza ricuciva con gesti d’amore gli strappi da me creati. Altre volte, in passato, quando durante una discussione i toni  iniziavano a salire e mi “scattava dentro” quel meccanismo perverso di distruzione dell’armonia fra di noi, lei capiva che era il caso di “mollare” temporaneamente la presa dimostrando non debolezza, ma maggior maturità e amore nei miei confronti. Passata la bufera, io prendevo coscienza del male fatto provandone vergogna e cercando a coda bassa la sua comprensione e il suo perdono e lei non me lo rifiutava, mostrandomi concretamente quanto Dio attraverso di lei ha amato e ama la parte peggiore di me, pur condannando il mio peccato.

In situazioni di divergenza d’opinioni, di contrasto e/o di conflitto, abbiamo imparato col tempo, che è importante confrontarsi serenamente e ascoltare con calma, rispetto ed empatia anche le ragioni e i punti di vista dell’altro senza alcun pregiudizio e soprattutto con la piena consapevolezza che l’apparente vittoria dell’uno sull’altro equivale in realtà alla sconfitta di entrambi.

Da alcuni anni a questa parte, una regola fondamentale che ci siamo impegnati a rispettare nella nostra coppia è quella di “non far tramontare il sole sopra la nostra ira” e abbiamo capito che nulla è più forte del  nostro amore, anche se non riusciamo a risolvere il problema o a superare al più presto la situazione conflittuale. Abbiamo compreso che i contrasti e i conflitti, peraltro assolutamente normali in una coppia, possono rappresentare un momento di riflessione, di maggiore conoscenza dell’altro, di confronto e, quindi, di crescita e di evoluzione della coppia, ma possono anche trasformarsi, come più spesso facilmente accade, in una trappola mortale per il rapporto che rischia di svuotarsi di ogni sentimento e di rimanere soffocato dai violenti scontri diretti ad annientare psicologicamente l’altro. Per questo quando ci si ritrova in situazioni di esasperato conflitto riteniamo importante domandarsi se si vuole costruire un rapporto migliore o si vuole distruggere quello che si è già costruito.

Riconoscere i propri errori, può sembrare facile, in realtà non lo è, perché ammettere di aver sbagliato richiede umiltà e coraggio.

Pensiamo che amare è anche e forse soprattutto capacità di perdonare. Il perdono è un atto d’amore che appartiene alle persone generose di cuore. Chi non sa perdonare non può dire di saper veramente amare. Ci sono situazioni in cui il perdono, di per sé difficile da concedere, rappresenta l’unica via d’uscita, da pagare a volte a caro prezzo, ma è un investimento pur sempre conveniente, se si tratta di vero amore. In caso contrario, negato il perdono, ci si troverà sicuramente pieni di orgoglio, ma allo stesso tempo più vuoti dentro, nell’attesa di potersi “leccare” la propria ferita narcisistica.  Nella coppia,  composta da due persone con bisogni, motivazioni, obiettivi, interessi, aspettative e desideri diversi, non dobbiamo mai far prevalere interessi personali e forme di egoismo, altrimenti non andremo molto lontano nel difficile cammino dell’amore e della felicità. Questo traguardo, che ogni coppia desidera raggiungere, pensiamo sia invece possibile solo se  entrambi c’impegniamo a creare da subito quel magico “senso del noi” che è un sentimento profondo, basato sulla condivisione di tutto ciò che crea e rinforza un legame affettivo, che va alimentato costantemente nel tempo.

Milena e Domenico




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