Quaresima in famiglia

16 Marzo 2016

16 Marzo 2016

Educatori, non adulatori

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 8,31-42)
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».

Il commento

Se rimanete [meínēte] nella mia parola, siete davvero miei discepoli” (8,31). Gesù rivolge questo invito a quei Giudei che hanno accolto la sua testimonianza ed hanno creduto. È una fede sincera ma ancora fragile. Se vogliamo essere e diventare discepoli è necessario rimanere nella sua Parola. Troviamo qui il verbo ménein che accompagna il quarto Vangelo fin dalle prime battute: “Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui” (1,39). Non basta stare con Gesù, occorrerimanere in Lui, essere intimamente legati a Lui fino al punto da poter vivere la sua stessa vita. La Parola non indica un libro ma la Persona di Gesù. Aprire la Bibbia non significa imparare qualcosa ma incontrare Qualcuno: è Dio che si nasconde in ogni pagina, in ogni sillaba di quel Libro, un Dio che oggi vuole scrivere nella nostra vita parole antiche che germogliano in modo sempre nuovo. È l’incontro con Cristo che ci apre alla verità tutta intera e ci fa diventare liberi (8,32). Solo Lui conduce alla verità ed è garanzia di verità. La fede sana la ragione, orienta la nostra libertà, fortifica il desiderio di bene, alimenta la carità. La fede non ci impedisce di sbagliare, il peccato è sempre in agguato. Ma impedisce di perseverare nell’errore e dona il coraggio di rialzarsi e riprendere il cammino. La libertà che il mondo propone è quella di seguire l’istinto, senza porre alcun limite, è una libertà che chiude l’uomo in se stesso. Il Vangelo, invece, ricorda che è veramente libero colui che ama senza limiti, fino a dimenticare se stesso. Amare senza misura è la misura della libertà. Solo la fede può aprire orizzonti così luminosi. Gli educatori non sono adulatori, essi hanno il compito di indicare con chiarezza la via della vita, anche a costo di apparire talvolta severi e fuori tempo. “Siate dunque quegli amici affidabili nei quali essi possano toccare con mano l’amicizia di Gesù per loro, e al tempo stesso siate i testimoni sinceri e coraggiosi di quella verità che rende liberi” (Benedetto XVI, 24 febbraio 2008). È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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