Tempo di Pasqua in famiglia

4 Aprile 2016

4 Aprile 2016

La stanza nuziale

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Il commento

Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù” (1,31). Quel giorno nella piccola casa di Nazaret, nascosta al mondo, avviene un nuovo incontro tra Dio e l’uomo, si rinnova il patto della creazione, quell’alleanza che fin dall’inizio ha stretto in un unico abbraccio Dio e l’uomo. Nelle parole che l’angelo rivolge a Maria sentiamo l’eco di tutti i profeti che hanno annunciato la salvezza. La Genesi annuncia che l’uomo è immagine di Dio (Gen 1,26): questa parola è una luce potente che rischiara l’identità dell’uomo e il cammino dei popoli. Una parola imprevedibile per l’umana ragione. Ma quello che accade a Nazaret offre una luce ancora più grande che più e meglio ci fa comprendere il mistero di Dio e dell’uomo. Quel giorno, scrive sant’Agostino, il grembo di Maria diventa la stanza nuziale in cui Dio fa alleanza con l’umanità. Dio assume la natura umana. Con le parole della poesia David Maria Turoldo commenta così l’evento di Nazaret: “Ora saremo i congiunti di Dio, / sarà la terra per sempre il paese / delle sue nozze, la stanza o riviera / ove si abbracciano l’uomo e il suo Dio” (Santa Maria, Sotto il Monte 1996, 27).

Si compie così meravigliosamente quello che era stato promesso. Non potendo l’uomo vivere ad immagine di Dio, Dio stesso si fa uomo per unirci più strettamente a Lui e darci così la possibilità di vivere come Lui. A Nazaret Dio si presenta come Emmanuele: nessun nome è più dolce, nessuno più consolante di questo. Tu sei il Dio con noi, Colui che rimane in mezzo a noi. Per essere con noi sei diventato uno di noi, in tutto simile a noi. Come non rimanere stupiti dinanzi a questo mistero che sorpassa ogni conoscenza? Tutto questo passa attraverso l’umiltà e la docilità di Maria. Dio entra nella storia attraverso l’eccomi di una donna! È Lei il punto di incontro tra Cielo e terra.

 

Oggi chiediamo la grazia di volgere il nostro sguardo a Maria, consegnando a Lei l’ingenuo desiderio di santità. Con il suo aiuto siamo certi di poter vivere ogni cosa sotto lo sguardo luminoso di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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