Tempo di Pasqua in famiglia

5 Aprile 2016

5 Aprile 2016

Non basta la volontà

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 3,7-15)
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».

Il commento

Dovete nascere dall’alto” (3,7), dice Gesù a Nicodemo. Non basta cambiare qualcosa e non possiamo limitarci ad aggiustare alcuni pensieri. Nascere significa diventare nuova creatura, ricevere una nuova identità. Dobbiamo sottolineare anche l’avverbio: “dall’alto”. Il rinnovamento radicale della propria vita suppone la disponibilità della persona ma può essere realizzato solo e nella misura in cui l’uomo riconosce e accoglie Dio come principio di vita nuova, si lascia plasmare dallo Spirito Santo. La volontà di cambiare è necessaria ma largamente insufficiente. La più sincera intenzione non basta. Nascere dall’alto significa accogliere Gesù, Colui che viene dal Cielo e parla in nome e con l’autorità di Dio. “Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo” (3,13). Il cammino dell’uomo comincia con l’umile riconoscimento di non avere l’energia per giungere alla meta. Abbiamo tanti desideri ma non la capacità di realizzarli. Non basta la manna, dono della Provvidenza ma pur sempre un prodotto della terra; abbiamo bisogno di quel Pane che viene dal Cielo (Gv 6,32). La proposta evangelica qui non ammette sconti, non sopporta mutilazioni, non può essere soggetta a interpretazioni parziali. Come il Figlio è nato per opera dello Spirito, così l’uomo può diventare figlio di Dio solo per opera dello Spirito (Gv 1,13). Solo lo Spirito può dare all’uomo una vita nuova, una nuova personalità, un modo nuovo di pensare e di agire. Il principio che dà vita non è più la carne e il sangue ma lo Spirito di Dio.  All’inizio del terzo millennio, in quella splendida Lettera che consegnava il Giubileo, Giovanni Paolo II scrisse: “Non ci seduce certo la prospettiva ingenua che, di fronte alle grandi sfide del nostro tempo, possa esserci una formula magica. No, non una formula ci salverà, ma una Persona” (Novo millennio ineunte, 29).

Non ci scoraggiamo quando scopriamo i nostri limiti o quando gli altri si accorgono della nostra debolezza. Al contrario, impariamo a ripartire subito con quella grazia che solo Dio può donare. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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