Tempo di Pasqua in famiglia

18 Aprile 2016

18 Aprile 2016

Inguaribile debolezza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,1-10)
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

Il commento

Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Tutta la Scrittura sottolinea l’esistenza di una lotta che accompagna la storia dell’umanità: da una parte chi ruba, uccide e distrugge; e dall’altra chi s’impegna a dare la vita, far crescere la vita fino alla sua pienezza. Nella storia c’è chi semina il male e, ahimè, trova molti complici e tanti ingenui collaboratori. Non consideriamo solo le tragedie più eclatanti ma anche quelle più nascoste. C’è come un’ombra che avvolge ogni cosa. La violenza non è mai ragionevole ma ci sono vicende dolorose in cui restiamo ancora più sconcertati perché non vediamo alcuna ragione ma solo il gusto di fare il male. Se non ci rifugiamo nella comoda spiegazione che si tratta di una follia, dobbiamo ammettere che c’è una presenza diabolica che si serve delle persone più fragili. Gesù chiama ladro colui che si comporta in questo modo, in effetti chi progetta e compie il male cerca di rubare ciò che appartiene a Dio, impedisce all’uomo di realizzarsi come immagine di Dio. Questo progetto di morte potrebbe averla vinta, perché l’uomo è affetto da un’inguaribile debolezza, se non ci fosse Gesù il “buon Pastore”, lui che è venuto “per dare la vita” ad ogni uomo. Dio realizza questo progetto nonostante la nostra fragilità.

Se siamo davvero convinti che Gesù realizza un progetto di vita e se abbiamo coscienza che c’è chi opera il male, perché allora non c’impegniamo con tutte le forze per far avanzare il progetto di vita che Dio vuole realizzare? La pigrizia può diventare complicità con il male. Da soli non sappiamo cosa fare né abbiamo la forza di farlo. Ma con Lui tutto è possibile. “La divisione dei giusti – leggiamo nel Talmud – è un male per loro stessi ed è una disgrazia per il mondo”. Oggi chiediamo la grazia di collaborare più attivamente all’opera di Dio, seminando gocce di vita dove e come possiamo; e aiutando chi s’impegna a rendere più dignitoso il cammino dei popoli.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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