Tempo di Pasqua in famiglia

23 Aprile 2016

23 Aprile 2016

Vedere Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,7-14)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Il commento

Signore mostraci il Padre e ci basta” (14,8). La domanda di Filippo esprime il desiderio che appartiene ad ogni uomo: “Tutta la terra desidera il tuo Volto”, leggiamo in un’antifona liturgica. Ma Filippo non interroga la sua coscienza né rivolge la sua domanda alle stelle. Egli la pone a Gesù, chiede a Lui di indicargli la strada. Quanto è importante avere un Maestro al quale consegnare le domande più profonde del cuore, quelle che mostrano i limiti oggettivi della ragione. E quanto è importante incontrare un educatore che non esalta il dubbio, come oggi si usa, o non invita genericamente a cercare ma accende la luce che rischiara il cammino. Gesù non è un Maestro come gli altri, egli risponde in modo davvero sorprendente: “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (14,9). Questa parola è di una profondità abissale: Gesù si presenta come la manifestazione piena del Padre. Il Dio sconosciuto e inaccessibile si è pienamente manifestato in Cristo. Il Dio inaccessibile e lontano, che nessuno conosce, è venuto in mezzo a noi, ha preso il volto e il corpo di Gesù, il figlio di Giuseppe di Nazareth. Solo Lui può rispondere alla sete di verità che attraversa l’umanità di tutti i tempi e di tutti i luoghi. La vita di Gesù, parole ed opere, riflette senza ombre la luce divina. La storia in Lui tocca il suo culmine ma nello stesso tempo trova un nuovo inizio, come scriveva Giovanni Paolo II: “Gesù Cristo è il nuovo inizio di tutto: tutto in lui si ritrova, viene accolto e restituito al Creatore dal quale ha preso origine” (Tertio Millennio Adveniente, 6).

 

Il mistero che Dio ha rivelato pienamente in Gesù è ora consegnato alla Chiesa. Non basta ripetere le parole di Gesù, anche se lo facciamo con convinzione. È l’apostolo Giovanni che indica la strada: “Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi” (1Gv 4,12). Ogni gesto di carità è una luce che lascia intravedere qualcosa del mistero divino. Oggi chiediamo la grazia di essere maestri autorevoli non con le parole ma con la vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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