Tempo di Pasqua in famiglia

24 Aprile 2016

24 Aprile 2016

Nuova creazione

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,31-35)
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Il commento

Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri” (13,34). Come può essere nuovo un comandamento che Dio stesso ha scritto, con lettere di fuoco, nel cuore di ogni uomo? Lo scrittore francese Albert Camus diceva: “Se dovessi scrivere un libro di morale, avrebbe 100 pagine, e 99 sarebbero bianche. Sull’ultima scriverei: L’unico dovere che conosco è quello di amare”. È un comandamento nuovo perché è frutto e segno della Pasqua, frammento della creazione nuova e lievito del Regno che viene. È un comandamento nuovo perché è dono del Risorto e si misura con l’amore che Lui stesso ha testimoniato fino al dono di sé.

Che vi amiate gli uni gli altri”: questa parola non si riferisce alla carità che dobbiamo esercitare nei confronti di coloro che si trovano nel disagio ma alla comunione fraterna che deve segnare la vita della Chiesa. Il commento migliore è quello che troviamo negli Atti: “avevano un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32). In questa linea anche l’apostolo Paolo che invita i cristiani di Tessalonica a “crescere e abbondare nell’amore vicendevole” (1Ts 3,12). Non è facile, lo sappiamo per esperienza. Forse è questa la fatica che più di ogni altra ci scomoda ed è anche quella che più facilmente abbandoniamo. Ma proprio per questo la comunione fraterna è il primo miracolo, il segno visibile che Cristo è davvero risorto. Una Chiesa che non cammina nei sentieri della comunione non è credibile. All’inizio del terzo millennio Giovanni Paolo II chiedeva di “promuovere una spiritualità della comunione” e, attingendo al carisma di Chiara Lubich, spiegava che comunione significa “capacità di sentire il fratello di fede nell’unità profonda del Corpo mistico, dunque, come « uno che mi appartiene », per saper condividere le sue gioie e le sue sofferenze, per intuire i suoi desideri e prendersi cura dei suoi bisogni, per offrirgli una vera e profonda amicizia” (Tertio millennio ineunte, 43). Oggi chiediamo la grazia di scrivere una pagina di carità fatta di piccoli gesti che rallegrano il cuore di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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