Tempo di Pasqua in famiglia

10 Maggio 2016

10 Maggio 2016

L’ora della storia

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 17,1-11)
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:
«Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».

Il commento

Padre, è venuta l’ora” (17,1). In questa preghiera, che già profuma di Pasqua, Gesù riassume tutta la sua missione, quella iniziata sulla terra e quella che continua lungo i secoli. Vi troviamo una sintesi ricca ed eloquente dell’opera salvifica: “Dio e il mondo, il Verbo e la carne, la vita eterna e il tempo, l’amore che si consegna e il peccato che lo tradisce, i discepoli presenti e quelli che per la loro parola crederanno in lui, l’annientamento e la Gloria” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2748). Possiamo considerare questa preghiera come l’inizio di quella eterna intercessione che Gesù rivolge al Padre (Eb 7,25). Il termine Padrenon è solo la porta d’ingresso (17,1) ma ritorna frequentemente e dà all’intera preghiera una particolare impronta filiale. Quando la Chiesa prega si unisce a Gesù, prega con Lui e come Lui. Un esegeta suggerisce di chiamarla la “preghiera dell’ora” (Ignace de la Potterie). Gesù si trova dinanzi al momento decisivo della storia, quello in cui tutto si compie e tutto trova un nuovo inizio. È giunta l’ora di donare la propria vita per manifestare il vero volto di Dio e comunicare “la vita eterna a tutti coloro che il Padre gli haaffidato (17,2).

La vita sgorga dall’amore. Una vita piena può nascere solo da un amore senza misura: “Gesù, sapendo che era venuta la sua oradi passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine” (13,1). È questa l’ora che fa ripartire la storia dell’umanità, l’ora in cui Dio e l’uomo si ritrovano nuovamente uniti per fare di tutti i popoli una sola famiglia. Solo chi ama può sognare e costruire una storia che ha il profumo di Dio. Solo chi ama non si rassegna e non si lascia abbattere dal male che intralcia il cammino. Contemplando questo futuro lontano, ma ben radicato nel cuore di chi crede, David Maria Turoldo canta così: “Allora rinverdirà ogni carne umiliata / e gli andremo incontro con rami nuovi: / una selva sola, la terra, di mani”. Dona anche a noi, o Padre, di fare della nostra vita un canto all’amore che cambia il volto della storia. Fino alla fine.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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