27 Maggio 2016

27 Maggio 2016

Non c’è posto per Lui

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 11,11-25)
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l’udirono.
Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:
“La mia casa sarà chiamata
casa di preghiera per tutte le nazioni”?
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.
La mattina seguente, passando, videro l’albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l’albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».

Il commento

Stando alla trama dei vangeli sinottici è la prima volta che Gesù si reca a Gerusalemme. È il punto di arrivo di un lungo viaggio. L’ingresso festoso nella Città Santa alimenta le speranze dei discepoli. Arrivato a Gerusalemme, subito entra nel Tempio, centro e cuore della religiosità d’Israele. “E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània” (11,11). Una frase piuttosto enigmatica che in realtà svela la sua identità. Marco non presenta come un semplice pellegrino ma come uno che viene per esaminare “ogni cosa”, come un profeta che non teme di denunciare l’infedeltà, anzi come chi viene a prendere possesso di ciò che in realtà gli appartiene. In questa prospettiva possiamo comprendere quello che avviene il giorno dopo: “Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio” (11,15). Il gesto, fortemente e volutamente provocatorio, non è un improvviso scoppio d’ira ma il punto culminante di una progressiva rivelazione. Gesù scaccia i mercanti che sono presenti nel luogo sacro, ripetendo le parole che Dio aveva detto per bocca del profeta: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!” (11,17). Parole e gesti richiamano la testimonianza degli antichi profeti. Ma Gesù non si limita a rivendicare fedeltà alla Legge, egli propone un insegnamento nuovo. Tutto questo è ben chiaro ai sommi sacerdoti e a quanti hanno il potere religioso. L’evangelista annota che il gesto compiuto da Gesù allarga il fronte degli oppositori e conferma la decisione di ucciderlo (11,18).

Gesù entra in Gerusalemme ed entra nel luogo più sacro della Città Santa, vi entra per guarire e comunicare l’amore capace di dare vita nuova alla storia d’Israele. Ma c’è subito qualcuno che vuole buttarlo fuori. Non c’è posto per Lui. Oggi chiediamo alla grazia di farlo entrare nella nostra vita, non come un ospite qualsiasi, anche se di riguardo, ma come il Padrone. E diamogli la libertà di buttare fuori tutto quello che in noi non corrisponde alla volontà di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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