28 Maggio 2016

28 Maggio 2016

In nome di chi?

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 11,27-33)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».
Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».
E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Il commento

Con quale autorità [exousía] fai queste cose?” (Mc 11,28). Gli scribi vogliono sapere chi lo ha mandato, in nome di chi parla e agisce. Una domanda provocatoria che esprime tutta la loro diffidenza. Gesù non risponde perché vede che il loro cuore non è disposto ad accogliere la Parola. Quante volte interroghiamo Dio senza ricevere alcuna risposta. A volte, Dio parla ma noi … non siamo in grado di intendere. Altre volte, Dio resta in silenzio, non può parlare a chi non lo ascolta con sincerità, non può svelare segreti a chi non è pronto ad accoglierli con docilità. Se vogliamo le confidenze di Dio dobbiamo entrare nella sua amicizia. È questa la porta del mistero, come dice Gesù agli apostoli: “Vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi” (Gv 15,15).

 

Con quale autorità”, chiedono gli scribi. Questa domanda oggi è rivolta anche a noi. Con quale autorità facciamo il nostro lavoro quotidiano? In nome di chi ci impegniamo? La parola autorità fa pensare al potere. Ma c’è anche un’autorità che deriva dall’amore e dalla verità. Viviamo in un’epoca segnata da un grande benessere materiale, anche se permangono zone ancora dominate dalla povertà. Le scoperte della scienza hanno fatto fare passi da gigante all’intera umanità ma … se non impariamo la legge dell’amore tutto questo è inutile, anzi si ritorcerà contro di noi. Il progresso tecnologico non solo è insufficiente ma anche pericoloso perché rischia di aumentare il potere di pochi e accrescere l’emarginazione di molti. Solo l’amore può salvare il mondo.

La Chiesa non ha eserciti per conquistare il mondo e non possiede armi per imporre la pace. Ha solo una parola da consegnare a tutti e l’affida a noi, discepoli di Colui che per amore ha dato la vita. Signore, liberaci dalla tentazione del potere e donaci la grazia di amare, liberaci dal desiderio di comandare e donaci la gioia di servire. Liberaci dalla paura del domani e insegnaci a vivere ogni giorno nella luce della tua Parola.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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1 risposta su “In nome di chi?”

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