29 Maggio 2016

29 Maggio 2016

Quel “di più” non cercato

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,11-17)
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Il commento

Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla” (10,16). Il miracolo del pane è segno di quella sovrabbondanza di amore con la quale il Signore sostiene il cammino del suo popolo. È segno della sua infinita gratuità: in fondo, il buon Dio non è affatto obbligato a darci il pane materiale perché ci ha donato la capacità di procurarcelo con le nostre mani. Ma Lui non è abituato a calcolare, non rimane chiuso nei confini del dovuto, al contrario riempie continuamente la nostra vita con una grazia che non meritiamo. Questo di più, non cercato e non dovuto stupisce e cambia il nostro cuore. Come possiamo continuare a vivere nell’indifferenza dinanzi ad un Dio così premuroso? Come possiamo camminare solo nella via del dovere quando il Signore ci svela quella dell’amore? La missione di Gesù è proprio quella di rivelare questo amore senza limiti. Le pagine del Vangelo sono numerose ed eloquenti: si ferma dinanzi alle lacrime di una vedova che aveva perso il suo unico figlio (Lc 7, 11-17), accoglie una donna che tutti hanno già giudicato come peccatrice (Lc 7, 36-50), dona l’ultimo sorriso ad un uomo che la giustizia umana ha condannato come un criminale (Lc 23, 39-43) … Per restare al brano liturgico che oggi meditiamo, annuncia alla folla la speranza del Regno e guarisce i malati (Lc 9,11). E non ancora contento, dona anche il pane. Ma tutto questo è ben poca cosa rispetto al dono più grande, quello che annuncia agli apostoli alla vigilia della passione: “Questo è il mio corpo” (Lc 22, 19): è il punto culminante di un itinerario tutto segnato dall’amore. Non si accontenta di donarci il cibo di cui abbiamo bisogno, Lui stesso si fa dono e diventa per noi pane da mangiare.

Perdonaci, Signore Gesù, se non ci lasciamo contagiare dal tuo amore, se ci accostiamo con superficialità al Pane della vita, se restiamo tiepidi, e quasi indifferenti, dinanzi ai fratelli che bussano alla nostra porta. Vieni, ancora una volta in mezzo a noi, e accendi il fuoco della vita.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.