2 Giugno 2016

2 Giugno 2016

Ripartire dall’essenziale

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Il commento

Qual è il primo di tutti i comandamenti?” (12,28): la domanda dello scriba manifesta quel desiderio di verità che accompagna tutta l’esistenza dell’uomo e che in alcuni momenti emerge con maggiore prepotenza. Nella vita personale e sociale ci sono situazioni e passaggi difficili nei quali sentiamo il bisogno di ripartire dalle cose che sono veramente essenziali. Quando i dubbi mettono radici, emerge il bisogno di verità. Quando la paura s’insinua, appare più chiaramente la necessità di affidarsi ad una speranza non illusoria. Quando la meta sembra lontana, o addirittura irraggiungibile, sentiamo più prepotente il bisogno di trovare una guida, un’autorità morale che sappia indicare con chiarezza la strada e sappia anche sostenerci nella fatica. Il relativismo che impregna la cultura occidentale è mascherato di certezze illusorie. Il Vangelo ci aiuta a cercare queste parole necessarie, anzi ci prende per mano e ci conduce con autorità a scoprire quei valori che danno valore alla vita. L’insegnamento evangelico che oggi meditiamo ha segnato profondamente la vita e la cultura del mondo occidentale, uno dei pilastri su cui si regge la convivenza umana.

Lo scriba ha chiesto quale comandamento ha l’oggettiva priorità. Gesù risponde citando due precetti della Legge antica ma poi conclude: “Non c’è altro comandamento più importante di questi” (12,31). In questo modo fa capire che i due precetti appartengono ad uno stesso comandamento, sono come due facce della stessa medaglia. La questione non è affatto secondaria perché l’intima e indissolubile unità di questi due precetti è la vera, radicale novità che il cristianesimo ha portato nel mondo. “Chi ama Dio, ami anche suo fratello” (1Gv 4,21), scrive l’apostolo Giovanni. Ma poco prima ha spiegato: “Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo” (1Gv 4,19). Non possediamo l’amore, lo riceviamo da Dio. Tutti sperimentiamo la fatica di amare. Dobbiamo dunque ripartire da Dio, Lui solo può saziare il nostro desiderio di amore e darci la grazia di amare il prossimo come e più di noi stessi.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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