20 Giugno 2016

20 Giugno 2016

Un terreno scivoloso

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,1-5)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Il commento

Non giudicate” (7,1): è un comando espresso nella forma più autoritativa e accompagnato da un grave ammonimento: “con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi” (7,2). Una parola da decifrare, soprattutto in un tempo in cui trionfa il relativismo. Se non impariamo a giudicare rettamente gli eventi non possiamo neppure scegliere il bene. Giudicare non solo è cosa buona ma essenziale, come insegna l’apostolo Paolo: “Non comportatevi da bambini nei giudizi. Quanto a malizia, siate bambini, ma quanto a giudizi, comportatevi da uomini maturi”(1Cor 14,20). Dobbiamo custodire l’innocenza del cuore ma, al tempo stesso, acquisire quella coscienza critica che ci rende capaci di riconoscere e combattere il male. Il comando evangelico va interpretato nel solco di quella carità fraterna che Gesù pone come criterio fondamentale della vita. Egli chiede perciò di evitare quel giudizio che suona come una condanna, chi agisce in questo modo si mette al posto di Dio. Certo, richiamare una persona che sbaglia, anzi a volte è doveroso. Dobbiamo farlo senza puntare il dito e senza alzare muri. Ma con occhi pieni di carità, con le braccia aperte per accogliere, sempre pronti a dare una mano. E soprattutto non dobbiamo farlo con quel sottile compiacimento di chi gode degli errori altrui ma con quel dolore che nasce dall’amore per il fratello. Uno sguardo sinceramente addolorato ferisce e risana più di mille rimproveri.

“Non giudicare”, dice Gesù. Lui sa che il giudizio è un terreno scivoloso, è facile lasciarsi trasportare da sentimenti soggettivi che amplificano gli errori altrui. Non raramente i giudizi nascono dai pregiudizi. Sapendo che nessuno è in grado di misurare l’altro, meglio astenersi da ogni forma di giudizio. Signore Gesù, Tu solo puoi scrutare il cuore dell’uomo e giudicare secondo verità. Insegnaci a distinguere tra l’errore, sempre da rifiutare, e l’errante, sempre da accogliere. E concedici di vestire di amore lo sguardo e le parole per essere testimoni della tua misericordia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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