22 Giugno 2016

22 Giugno 2016

Non siate ingenui

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,15-20)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».

Il commento

Gesù chiede ai discepoli ad essere sempre vigilanti perché il male s’intrufola in modo subdolo nella comunità ecclesiale e può seminare danni irreparabili (7,15). Questo invito è accompagnato da un criterio che può aiutare l’opera di discernimento: “Dai loro frutti li riconoscerete” (7,16). E spiega: “Ogni albero buono produce frutti buoni [kaloùs] e ogni albero cattivo [sapròn] produce frutti cattivi [ponēroùs]” (7,17). Il vocabolo sapròs significa marcio, corrotto, di scarsa qualità, inadatto. Se la radice è corrotta non può dare frutti buoni. Per indicare i frutti cattivi l’evangelista usa un vocabolo che nel Padre nostro è usato in forma di sostantivo per indicare il maligno (Mt 6,13). Qui si parla dunque di frutti malvagi, segni della presenza diabolica. È bene chiarire che non si tratta di errori occasionali ma di un modo di pensare e di agire che abbraccia tutta la vita. Il male si nasconde nella radice, se la sorgente è inquinata, l’acqua che arriva nelle case non può che essere infettata. Sant’Agostino commenta che questo insegnamento riguarda coloro i quali, pur essendo cattivi, si reputavano capaci di dire cose buone o di avere opere buone; il Signore Gesù afferma che ciò è impossibile. Prima infatti l’uomo deve mutarsi, perché anche le cose cambino. In effetti se uno persiste nell’essere cattivo, non può compiere opere buone; se invece persiste nel rimanere buono, non può compiere opere cattive” (Discorsi, 72, 1). I cristiani sono chiamati a vedere ovunque il bene, anche quando vi è solo una piccola luce. Questo stile, che nasce dalla carità e dalla fede che Dio è sempre all’opera, non deve far chiudere gli occhi sul male. Una superficiale e ingenua tolleranza permette al male di seminare parole e opere che devastano il cuore dell’uomo e la vita della società. È storia vecchia ma avviene anche oggi, sotto i nostri occhi.

Oggi invochiamo lo Spirito Santo per imparare a riconoscere e a combattere il male con giusta determinazione; incominciando però da noi stessi. E chiediamo anche la grazia di vivere con maggiore intensità l’appartenenza alla Chiesa, unica garanzia contro la menzogna.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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