stepchild adoption

Fatta la legge (sulle unioni civili), trovato l’inganno!

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di Ida Giangrande

Unioni civili, ieri la Cassazione ha depositato una sentenza con la quale ha di fatto dato il via libera alla Stepchild adoption. Esulta Monica Cirinnà che reputa la sentenza una cosa legittima e giusta. C’è da chiedersi giusta per chi? Anche per i bambini adottati?

È il caso di dire fatta la legge trovato l’inganno. Ieri, con la sentenza 12962 della Prima sezione civile, la Cassazione ha dato il via libera alla Stepchild adoption. Di fatto la sentenza ha bocciato il ricorso della Procura di Roma e confermato la sentenza della Corte d’appello di Roma che invece aveva già dato l’ok all’adozione di una bambina di 6 anni, proposta dalla partner della mamma e con questa stabilmente convivente. In particolare, come riferisce una nota della Cassazione, la Prima sezione civile ha chiarito che l’adozione si accorda se realizza “pienamente il preminente interesse del minore“. Nel dettaglio, la Suprema Corte riferendosi alla adozione oggetto del ricorso, ha evidenziato che: “Non determina in astratto un conflitto di interessi tra il genitore biologico e il minore adottando, ma richiede che l’eventuale conflitto sia accertato in concreto dal giudice”. L’adozione, ha inoltre affermato la Cassazione: “Prescinde da un preesistente stato di abbandono del minore e può essere ammessa sempreché, alla luce di una rigorosa indagine di fatto svolta dal giudice, realizzi effettivamente il preminente interesse del minore“.

Dopo due sentenze a favore di una coppia di mamme che si sono sposate in Spagna, una delle quali è la mamma biologica di una bambina di sei anni, la procura della Cassazione, lo scorso 27 maggio, aveva chiesto di passare la parola alle sezioni unite civili o di accogliere il ricorso della Procura di Roma che si è opposta all’ok alla adozione da parte della compagna della mamma della bimba. In particolare, il pg Francesca Ceroni, ai giudici della prima sezione civile, aveva sottolineato che: “Solo le sezioni unite possono evitare che in Italia si crei una situazione a macchia di Leopardo” e magari in un tribunale si riconosca la stepchild adoption e in un altro no. Da qui la richiesta di rinviare la parola alle sezioni unite o di accogliere il ricorso della Procura di Roma. In particolare, il sostituto procuratore generale ha evidenziato che la legge Cirinnà appena approvata, ha stralciato la stepchild adoption e che al momento l’unica legge di riferimento è: “La legge 184 dell’83 che si occupa solo di infanzia abusata, abbandonata, maltrattata e di genitori in difficoltà“. La prima sezione civile presieduta da Salvatore Di Palma non ha condiviso la tesi e ha convalidato il precedente giudizio di appello. Esulta la Cirinnà che commenta: “La Cassazione stabilisce finalmente che quanto abbiamo sostenuto, e purtroppo dovuto stralciare, dal testo delle unioni civili non soltanto è legittimo ma soprattutto è giusto“. Giusto? Non per tutti evidentemente e soprattutto non per i bambini che hanno e avranno sempre bisogno di una madre e di un padre.




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