23 Giugno 2016

23 Giugno 2016

L’unico piacere

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 7,21-29)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Il commento

“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (7,21). C’è un’evidente contrapposizione tra il dire e ilfare. Gesù chiede però una più stretta coerenza tra le parole e la vita. È meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo e non esserlo, scriveva S. Ignazio di Antiochia. Ai cristiani dell’Asia, l’apostolo Pietro chiede di custodire una “condotta esemplare”, in tal modo “mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere diano gloria a Dio” (1Pt 2,12). E aggiunge: “questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all’ignoranza degli stolti” (1Pt 2,15). Non poche volte le opere riescono a convincere più delle parole e sono quasi sempre un biglietto da visita per rendere più credibile l’annuncio della fede. Quando il Vangelo viene rifiutato a causa di pregiudizi, solo la testimonianza limpida delle opere può aprire un varco nella coscienza e lasciare passare la luce dello Spirito. Gesù non si limita a chiedere un qualsiasi attivismo, egli sa che anche nelle opere sante si nasconde talvolta la vanagloria, egli domanda di fare la volontà del Padre. In concreto il Vangelo chiede di porsi dinanzi a Dio con l’umiltà di chi ascolta e accoglie la Parola e con la docilità a fare ciò che piace a Dio. Questo significa rinunciare ai propri progetti e accettare di costruire la propria vita nella luce di quel progetto che Dio progressivamente rivela. È la spiritualità della fiducia e dell’abbandono che i santi hanno testimoniato. Il parallelismo tra dire e fare, c’insegna anche che la vera preghiera consiste nel chiedere la grazia di compiere sempre e comunque la volontà di Dio. Chi rimane nella volontà del Padre, “che è nei cieli”, non potrà non gustare la gioia dell’eterna beatitudine. Nell’ultima lettera che Teresa scrive a Leonia, le offre questa regola di vita: “Se vuoi essere una santa ti sarà facile, poiché in fondo al tuo cuore, il mondo non è nulla per te. […] il tuo scopo sia unico: far piacere a Gesù, unirti a Lui sempre più intimamente” (LT  257). È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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