8 Luglio 2016

8 Luglio 2016

Non coltiviamo illusioni

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,16-23)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».

Il commento

Ed ecco, io vi mando come pecore in mezzo a lupi” (10,16). Il mandato missionario è accompagnato da una serie di indicazioni in cui viene sottolineata la situazione di pericolo in cui verranno a trovarsi i discepoli. Il Signore Gesù non nasconde né cerca di attenuare le difficoltà. L’annuncio è introdotto da un avverbio “ecco” che intende attirare l’attenzione su quel che segue, come per dire che è una cosa della massima importanza. L’espressione “come pecore in mezzo ai lupi” fa pensare alle persecuzioni che i cristiani incontreranno. Questa parola non lascia spazio a interpretazioni ingenuamente ottimistiche: le pecore non hanno vita facile quando si trovano in mezzo ai lupi! Gesù non parla di gloria ma di croce, non promette vittorie ma annuncia avversità e persecuzioni. Non solo essi incontreranno indifferenza e rifiuto (10,14); ma troveranno anche coloro che cercheranno di combattere la diffusione del Vangelo. E poco dopo precisa: “Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani” (10, 17-18). Le sinagoghe e i tribunali indicano qui l’autorità religiosa e quella civile. I cristiani si scontreranno con l’una e con l’altra, dovranno quindi fare i conti con ogni tipo di avversità. Ancora più dura la conclusione: “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome” (10,22). Non possiamo coltivare illusioni. Sant’Agostino ricorda che la Chiesa “compie il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio”. La testimonianza dei martiri attraversa tutta la storia del cristianesimo, non c’è epoca, non c’è luogo in cui il Vangelo non abbia incontrato persecuzioni. E tuttavia, mai come in questo tempo la Chiesa viene combattuta con determinazione e crudeltà: “Al termine del secondo millennio, la Chiesa è diventata nuovamente Chiesa di martiri” (Giovanni Paolo II). Donaci, Signore, la grazia di restare tue pecore e di testimoniare che solo la croce, accettata con amore, cambia il volto della storia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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