9 Luglio 2016

9 Luglio 2016

Vuoi essere come me?

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,24-33)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Il commento

È sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro” (10,25). L’annuncio delle persecuzioni spaventa e mette in crisi anche i discepoli più convinti. E sono molti quelli che ritornano indietro oppure si ritagliano uno spazio meno pericoloso, si mimetizzano in modo da non essere riconosciuti. È una tentazione ampiamente diffusa. Gesù oggi svela il segreto della fedeltà: il discepolo non deve guardare alla sofferenza che potrà incontrare ma al Maestro. La sua unica ambizione è quella di diventare come il Maestro. Il verbo sottolinea un cammino, un processo graduale. Non importa avere successo, ciò che conta è vivere come Gesù. Costi quel che costi. È questa la nostra vittoria. E come Lui non ha avuto paura di soffrire per il Regno, così anche noi domandiamo la grazia di non fuggire e di non rinnegare la fede dinanzi ai pericoli. Siamo discepoli a condizione di partecipare alla sua croce. Il verbo consegnare (10, 17.19.21) e il riferimento alla flagellazione (10,17), che abbiamo incontrato nei versetti precedenti, vengono usati nei racconti della passione di Gesù (paradidômi e mastigoô), rappresentano un evidente richiamo all’evento della croce. In tal modo implicitamente si chiede ai cristiani di vivere nella loro carne la stessa vicenda del Maestro.

Vuoi essere come me?”, chiese Gesù a Marthe Robin (1902-1981), la mistica francese che per 50 anni, ogni venerdì, ha vissuto nel suo corpo la passione di Cristo. Non chiede se è disposta a soffrire ma solo se desidera assomigliare a Lui. Non importa quale titolo abbiamo, prima di tutto siamo discepoli. È questo il nostro vanto e la nostra gioia. Vogliamo seguire Gesù. Restare incollati a Lui, senza cercare altre sicurezze. Non dimentichiamo però che la fedeltà si misura nelle piccole cose: “Le grandi occasioni di servire Dio si presentano raramente, le piccole invece le hai sempre”, scrive san Francesco di Sales. E con sottile ironia Madeleine Delbrêl offre questa gustosa provocazione: “Se volevi il martirio, in attesa del meglio accetta qualche tegola in testa”. Signore, insegnaci la fedeltà quotidiana, donaci di abbracciare la croce nascosta, quella che nessuno vede.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.