10 Luglio 2016

10 Luglio 2016

Sapere e non fare

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,25-37)
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Il commento

Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?” (10,26). Alla domanda dello scriba, Gesù risponde con un’altra domanda. Invece di dare una risposta a buon mercato lo invita a trovare nella Scrittura la via da percorrere. Gesù non gli chiede di guardare in se stesso, come oggi si usa dire, ma in quella Parola che Dio ha consegnato a Israele. È questa la terra santa. È qui che l’uomo può trovare la luce che indica i passi da fare. Questo brano si conclude con una parola nuova, quella di Gesù, ma anch’essa scaturisce dall’unica sorgente, quella che viene da Dio e dona acqua sempre nuova. Chi si abbevera a questa fonte non perderà mai la strada della vita e troverà facilmente la via della carità. Gesù chiede allo scriba di scrutare le pagine della Scrittura ma lui stesso interpreta e porta a compimento quella parola antica. In primo luogo perché invita a fare quanto è scritto: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai” (10,28). Lo scriba dimostra di conoscere molto bene la Scrittura (10,27). Ma Gesù gli ricorda che non basta conoscere, occorre mettere in pratica. “La conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica” (1Cor 8,1), scriverà Paolo. È questa la condizione essenziale per avere la vita! “Sapere e non fare … è ancora non sapere”, dice un proverbio orientale. Se vuoi gustare la vita piena, fin d’ora, è necessario mettere in pratica. Un esegeta fa notare che “fa’ questo” è unimperativo presente e indica un impegno che dura per tutta la vita (G. Rossé). Gesù conduce lo scriba dai principi teorici all’esistenza vissuta, dalla verità conosciuta alla verità praticata. La perla preziosa, la parola che veste tutto di luce nuova è contenuta nella seconda parte in cui Gesù spiega “chi è il prossimo” (10, 30-36).

La Legge antica non basta più, ora è Gesù la terra santa in cui germoglia l’albero della carità, una terra che, irrigata dallo Spirito, porta frutto in ogni stagione. Oggi chiediamo che la carità non resti una bella parola, una bandiera da sventolare nelle occasioni ufficiali, ma diventi la veste quotidiana, quella che più e meglio identifica i discepoli del Vangelo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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