13 Luglio 2016

13 Luglio 2016

Le campane suonano a festa

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-27)
In quel tempo, Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Il commento

Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra” (11,25). Nel tempo in cui l’iniziale entusiasmo della gente inizia a scemare per lasciare il posto alla diffidenza, Gesù rende lode al Padre perché ha nascosto i misteri del Regno a quelli che si credono sapienti e intelligenti e li ha rivelato ai piccoli, a quelli che accolgono con sincera docilità la luce che Dio semina nella storia. La luce di Dio non entra nelle case che sono già troppo rischiarate dalla sapienza umana ma prende dimora nel cuore di quelli che si aprono con umiltà alla grazia. Gesù attribuisce tutto questo all’azione del Padre. In realtà qui è in gioco la libertà dell’uomo: Dio fa sorgere per tutti il sole ma non tutti si lasciano riscaldare dalla sua luce. Egli dona a tutti la grazia ma non tutti l’accolgono e non tutti con la stessa misura. Il contesto in cui Gesù opera diventa sempre più oscuro. E tuttavia, questa preghiera non è una supplica accorata ma una lode. Nel tempo della prova Gesù fa suonare a festa le campane. Manifesta la sua gratitudine al Padre perché continua la sua opera di salvezza. 

Il Vangelo ci invita a diventare piccoli cioè ad accogliere con umiltà la grazia. Solo chi riconosce i suoi limiti, solo chi sa di non sapere, apre il cuore alla Parola. Beda Griffith (1906-1992), un monaco benedettino trapiantato in India, diceva così in un’intervista: “Dio si nasconde a chi vive nell’indifferenza, ma si rivela a chi lo cerca con cuore sincero. Per disporti al contatto con Dio rinunzia a quello che è superfluo, prega di più, mangia di meno, fa’ qualche mortificazione volontaria. Non vivere una vita superficiale. Chiedi umilmente a Dio che ti faccia conoscere il suo volto” (P. Gheddo, Otto minuti di vangelo in TV, Casale Monferrato 1993, 49). Chi pensa di aver già conosciuto Dio, forse non conosce nemmeno se stesso. Essere piccoli non significa non avere certezze ma lasciarsi sorprendere da Dio. Oggi chiediamo a Teresa di Lisieux, di prenderci per mano e di condurci sulla via della piccolezza.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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